Torino, l’astensionismo come leva del cambiamento

di Michele Ruggiero |

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Astensionismo come risorsa. Non vuole essere una boutade controcorrente, mentre i commenti affrontano con evidente preoccupazione per i destini della democrazia la reiterata diserzione dalle urne nei due turni di votazione, con neo sindaci eletti da un quarto o poco di elettori. E, dunque, con un deficit di rappresentatività ai blocchi di partenza che stona per chi è destinato in prima fila a raccogliere, a interpretare e a trasformare i bisogni, le attese e le speranze dei suoi amministrati. Ma, in questo caso, potrebbero essere proprio i dati di realtà dell’astensionismo, analizzati elaborati per quartiere, fasce d’età, collocazione sociale, a offrire le armi giuste di contrasto alle miserie velenose dell’antipolitica e ai suoi servizievoli pretoriani, populisti, sovranisti, qualunquisti di professione.

A Torino, l’astensionismo potrebbe essere letto come punto di rimbalzo per riprendere con slancio il rapporto con i cittadini, in particolare con le periferie “sedotte e abbandonate” dalla voglia di cambiamento (illusorio), con le categorie produttive e commerciali, con gli ambientalisti per conservare e valorizzare ciò che di valido ha realizzato, se lo ha realizzato, la giunta precedente, e altro ancora. Il ventaglio di opportunità, proprio per lo spirito con cui è stata amministrata la città nell’ultimo quinquennio, è estremamente composito.

Morale. Avere oggi consapevolezza della profondità e dell’ampiezza della fessura che si è creata tra cittadini e politica, riconoscere i luoghi dove si è prodotta non potrà che essere, per esempio, una straordinaria sfida nel capoluogo del Piemonte per il geologo Stefano Lo Russo, uomo di scienza, professionalmente abituato a corrispondere il massimo della serietà nello studio e analisi degli elementi che formano (e trasformano) la Terra, che da almeno tre lustri accoppia il suo sapere e i suoi metodi d’indagine alle scienze sociali, cioè alla politica. Ne consegue, se non altro, che per la sua specifica competenza scientifica Torino dovrebbe essere almeno al riparo da crolli imprevisti di opere di prossima costruzione.

Fuori di metafora sulla professione di Lo Russo, se si è d’accordo che l’astensionismo non è un fenomeno irreversibile, come tutti quelli umani, davanti al nuovo sindaco e al suo principale avversario dell’opposizione in Sala Rossa, Paolo Damilano, imprenditore realizzato, si è aperta una autostrada per restituire entusiasmo e morale alla città. In campagna elettorale, i due hanno dimostrato accortezza nel privilegiare e anteporre il ragionamento alla polemica personale. Un merito che oggi premia la distinzione dei ruoli a pari dignità. Il che non potrà che favorire il dialogo e la composizione di una vera opposizione, senza che il confronto politico scada nel buonismo o peggio nel suo opposto. Combattere cause ed effetto dell’astensionismo nel segno dell’interesse della città non potrà che essere nell’interesse di entrambi e per effetto di trascinamento anche nell’interesse del centro sinistra cui un’opposizione forte, coesa e costruttiva non potrà che restituire smalto e brillantezza sui banchi del consiglio comunale e far emergere i migliori, il migliore antidoto contro le ambizioni dei mediocri.




Posted on: 2021/10/19, by :