Toto sindaco a Torino: troppi leoni nel Pd
Corrono il rischio di essere messi tutti in gabbia

di Menandro|

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L’ultimo sarebbe Andrea Giorgis, docente universitario, sottosegretario alla Giustizia nel II governo Conte, persona discreta e perbene. È quanto si spiffera dai salotti torinesi sempre poco e male isolati dai rumors mefitici, eteroguidati come bombe ad orologeria da novellatori che si ritengono intramontabili nel decidere i destini della città. Andrea Giorgis come ultimo candidato marchiato Pd, intendiamo, per la conquista a Torino di palazzo Civico, espugnato da Cinquestelle all’epoca sulla cresta dell’onda come surfisti di un “Mercoledì da leoni”. Ma il tempo, come per i protagonisti di quel celebre film, è trascorso tra contraddizioni e lacerazioni. E lo stesso emblema di quella vittoria, la signora Appendino – Nome omen – si è appesa ai fasti del passato, secondo un copione scontato, cui la politica (o non politica) ha dato il colpo di grazia.

Così ora scendono in campo i leoni del Pd, rivitalizzati dal brusco addio del rettore del Politecnico Guido Saracco alle ambizioni di sindaco. L’ingegnere chimico Saracco era convinto, con l’ingenuità soave dei neofiti della politica, che la sua sorte sarebbe stata diversa da quella del collega Francesco Profumo, ex rettore del Poli, ex ministro con il governo Monti, attuale presidente della Compagnia di San Paolo, entrato nel tritacarne del toto sindaco nel 2015-2016, quando il primo cittadino uscente, Piero Fassino, ancora s’illudeva che lo spietato leopoldo Matteo Renzi gli avrebbe offerto una poltrona nel suo governo. Morale: Profumo si ritrovò al palo, Fassino a stecchetto di voti (nessuna recondita ironia con il fisico asciutto del “lungo”, com’era chiamato ai tempi del Pci) e il Pd all’opposizione nella “Sala rossa” che considerava ormai di sua proprietà per diritto divino.

I leoni, però, a differenza del film, sono più di tre. Ad essi, anche per dare un senso alla parità di genere, si è aggiunta infatti una leonessa che sa ruggire: la signora Giovanna Pentenero, una ex assessore e consigliere regionale, ed ex sindaco di Casalborgone, nel Chivassese. Ma ora la domanda che sorge spontanea nel popolo Dem è di carattere matematico: sono tanti, troppi i leoni in libertà? Se non altro, per non correre il rischio che presto o tardi arrivi un domatore a metterli tutti in gabbia.




Posted on: 2020/11/29, by :