Donne e Vaticano, tanto rumore per poco

di Luca Rolandi |

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Il Motu proprio con il quale Papa Francesco modifica il Codice di diritto canonico e apre alle donne l’accesso ai ministeri del lettorato (la proclamazione delle letture durante le messe) e dell’accolitato (la distribuzione delle ostie consacrate) non è una notizia straordinaria. O meglio, è un annuncio che istituzionalizza ciò che cinquanta anni dopo il Concilio si è progressivamente attuato come ricezione del Vaticano II.

Se i tradizionalisti si arrabbiano, progressisti e popolo di Dio aperto al dialogo con il mondo non sventolano vessilli di felicità per un documento che sostanzialmente ribadisce ciò che la prassi ha certificato da anni. Se poi si ritiene che la Pastorale sia meno importante della Dottrina e delle Norme Canoniche, allora ci sarebbe da interrogarsi profondamente sul tema della dimensione oggi del Cristianesimo e del Cattolicesimo in particolare. La regolamentazione giuridica di una prassi già in vigore da tempo, dunque, non è una novità, ma già per altre dimensioni della struttura e organizzazione ecclesiale è un dato storico riscontrabile.

In molte comunità cattoliche in tutti i contesti culturali e latitudini terrestri le donne leggono le letture dall’ambone durante le messe e distribuiscono anche la comunione ai fedeli, accanto ai preti. Ora c’è l’ammissione formale delle donne a questi due ministeri laicali (chiamati «ordini minori») che Paolo VI, nel 1972, riservò solo ai maschi, considerandoli come tappe intermedie verso l’ordinazione sacerdotale. Una «tradizione venerabile», ma «non ha un carattere vincolante», scrive papa Francesco al prefetto della Congregazione per la dottrina della fede cardinale Ladaria. Insomma, un passo importante ma non da enfatizzare. La teologia post-conciliare ha infatti riscoperto la rilevanza del Lettorato e dell’Accolitato, non solo in relazione al sacerdozio ordinato, ma anche e soprattutto in riferimento a quello battesimale. Questi ministeri si situano nella dinamica di reciproca collaborazione che esiste fra i due sacerdozi, e hanno evidenziato sempre più la loro indole propriamente ‘laicale’, legata all’esercizio del sacerdozio che compete a tutti i battezzati in quanto tali.

Il tema della donna nella Chiesa resta apertissimo perché Papa Francesco richiamandosi a Giovanni Paolo II ribadisce che la Chiesa «non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale» e lascia aperta, ma al momento senza pronunciamenti, una sempre maggiore presenza nell’attività di ricerca teologica e biblica, dell’azione pastorale con incarichi di servizio anche ad altissimo livello delle donne, ma soprattutto l’ipotesi del diaconato femminile. Quella sì che sarebbe una grande riforma in grado di dare maggiore dignità alla dimensione ministeriale al femminile.




Posted on: 2021/01/12, by :