“Ospiti”, quando a Mezzenile c’erano i migranti

di Tiziana Bonomo|

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C’era una volta il sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Nel luglio 2018 aveva 35.881 posti assegnati in 654 comuni italiani pari a 877 progetti in corso. Lo si considerava un fiore all’occhiello dell’accoglienza in Italia. Dinanzi ai drammi quotidiani, ai morti nel Mediterraneo, uno sguardo sul passato recente, al “come eravamo”, potrebbe apparire anche una magra consolazione, se non fosse che lo si può leggere come una scialuppa di salvataggio per non andare alla deriva, per dire a se stessi che si può essere migliori.

Ed è proprio fatto di sguardi, “sguardi fotografici”, lo stupefacente lavoro del fotografo Gianni Oliva che nel 2018, a Mezzenile, piccolo comune della Val di Lanzo, aveva inaugurato la mostra “Ospiti”. Non a caso. Proprio a Mezzenile esisteva un centro di accoglienza di alcune famiglie cattoliche africane. Complessivamente erano poco meno di cinquanta persone in attesa di un trasferimento per una destinazione definitiva. Così, quando Gianni Oliva aveva iniziato a vederli in paese, a rendersi conto del senso di provvisorietà, di difficoltà, di desiderio di futuro, il suo istinto era stato quello di fare loro un regalo: istantanee di un passaggio importante della loro esistenza.

Il progetto è nato dalla volontà di conoscere alcuni momenti della vita dei migranti: soffermarsi su una giornata di festa e di gioia, osservarli con il vestito nuovo fatto su misura, fissare in maniera indelebile i nuclei famigliari. Tanti click da ricordare, da conservare e spedire a propri cari rimasti nei paesi d’origine.
La montagna fa da sfondo nelle fotografie di Gianni Oliva e accentua il contrasto con le inusuali figure africane – modelli nati – in posa davanti all’obiettivo. Oliva era andato e tornato diverse volte dal centro di accoglienza e alla fine la tentazione di una mostra, del coinvolgimento degli abitanti che accolgono, dei migranti che ricevono, delle paure e delle ansie, dei desideri e delle curiosità, di quanto si apprende e si conosce, di rendere omaggio a Mezzenile sotto l’influsso benefico della montagna, ha prevalso…1 La tentazione ha vinto sui dubbi del fare bene o male, dell’interpretazione politica o culturale del titolo “Ospiti”. Ospiti della montagna, ospiti di questo vasto, diverso mondo. Ieri loro a Mezzenile chissà forse domani noi a Bamako! Nel racconto ho tralasciato un dettaglio, né grande, né piccolo, soltanto doloroso. Quelle persone all’improvviso sono scomparse. Il centro è stato chiuso, non esiste più.

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1La mostra “OSPITI beilòt, guest, wageni, hôte” si è aperta nel luglio 2018 al Castello Francesetti di Mezzenile e a marzo del 2019 allo Spazio Aperto San Fedele a Milano. Potrebbe continuare ad essere accolta, ospitata per sostenere l’iniziativa. Il lavoro è raccolto in un libro “Istanti Donati” di Gianni Oliva di Prinp Editore.




Posted on: 2021/04/29, by :