Vaticano e Ddl Zan: Draghi rimette al centro la laicità

di Luca Rolandi |

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La Santa Sede ha ufficialmente chiesto al governo italiano di ripensare, “rimodulare” è la parola usata Oltretevere, il ddl Zan perché, così com’è ora, potrebbe configurare una violazione del Concordato, mettendo a rischio “la piena libertà” della Chiesa cattolica. Un appunto che mons. Richard Gallagher, il diplomatico vaticano che tiene i rapporti con gli Stati, ha fatto pervenire sul tavolo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma oggi con l’intervento del Presidente del Consiglio si sono chiarite molte cose.

Draghi smorza, affina e precisa solo come un grande leader politico riesce a compiere in Parlamento sul tema delle critiche del Vaticano alla proposta di legge Zan. Non parla di ingerenze, ma di dialettica, di confronto e non scontro. Una posizione di mediazione e fermezza, serietà e responsabilità che speriamo sia contagiosa nella disputa davvero fuori luogo sul tema. Il Parlamento è certamente libero di discutere perché siamo in uno Stato laico così come il nostro ordinamento contiene tutte le garanzie per rispettare gli impegni internazionali, tra cui il Concordato.

“Ci sono i controlli preventivi nelle commissioni e poi i controlli successivi della Corte Costituzionale” ha ribadito Mario Draghi. Il tutto in un contesto di garanzie e libertà di espressione e opinione perché la laicità non è indifferenza dello Stato rispetto al fenomeno religioso, è tutela del pluralismo e delle diversità culturali… Questo è il momento del Parlamento. Il primo ministro ha poi ricordato come “l’Italia ha appena sottoscritto insieme ad altri 16 paesi europei una dichiarazione comune in cui si esprime preoccupazione sugli articoli di legge dell’Ungheria che discriminano in base all’orientamento sessuale” ha ribadito sul tema dell’omofobia e la futura legge Zan.




Posted on: 2021/06/23, by :