L’indifferenza di Stellantis: l’amarezza della Chiesa torinese

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Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha mostrato, in questi suoi anni di magistero in un territorio devastato dalla crisi industriale e dalla disoccupazione, una sensibilità fuori dal comune. Una qualità che gli va riconosciuta per la sua coerenza e la sua capacità di stare sempre accanto agli ultimi ed esporsi in prima fila, anche quando il silenzio della classe politica ha rischiato di isolarlo o, addirittura, di farlo apparire sopra le righe. Ma da buon pastore ha difeso con coraggio e generosità il suo gregge.

Ieri come oggi. E dinanzi alla decisione di Stellantis di sbarrare la strada ad una riconversione produttiva degli stabilimenti inattivi della società nel Torinese, ha nuovamente protestato con il vigore di colui che teme una frana sociale. Soltanto ieri la “Voce e il Tempo”, il settimanale della diocesi torinese, ha titolato in prima pagina: “La grande paura di perdere il lavoro”. Quasi una premonizione


(Nella foto, su gentile concessione de La Voce e il Tempo, monsignor Nosiglia con i lavoratori Embraco in Duomo)

“La scelta di Termoli come sede del nuovo impianto di produzione delle batterie elettriche lascia, una volta di più, amarezza e delusione nel territorio torinese, già colpito da altre gravi crisi aziendali come il vistoso e drammatico caso della ex Embraco.

Io credo sia venuto il momento di varare una politica industriale chiara, coerente e condivisa per Torino, il suo territorio e il Piemonte.

Tocca, mi pare, prima di tutto al governo nazionale gestire il coordinamento dei vari progetti e avere il coraggio di «pensare» in termini di lunga durata, pur conoscendo la difficoltà di programmare oggi azioni che impegnano i prossimi anni.

Ma tocca anche a tutte le istituzioni locali, le agenzie, i mondi dell’impresa e del credito, decidersi per un reale coordinamento di informazioni, risorse, progetti. Se c’è qualcosa che dovremmo aver imparato, in questi lunghi anni di addio alla fabbrica tradizionale è che la città, se è divisa, perde sempre”.




Posted on: 2021/07/09, by :