Sinodo Valdese, il richiamo all’amore nel segno del coraggio e umiltà

di Libero Ciuffreda|

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Essere deputati al Sinodo Valdese è sempre una grande lezione di democrazia, ma anche una grande responsabilità perché attraverso le decisioni che si assumono, magari dopo estenuanti confronti, in aula, ordini del giorno e mozioni presentati e votati, si acquisisce la consapevolezza di contribuire non solo alla gestione delle Chiese Valdesi e Metodiste in Italia e delle loro Opere diaconali (Ospedali, Centri Diurni, Centri di Accoglienza per Immigrati, Progetti nel campo sociale, educativo o sanitario), la Facoltà di Teologia Valdese a Roma, i Corridoi Umanitari o il progetto Mediterranean Hope da anni avviato a Lampedusa), finanziati dall’8 x mille in Italia e nel Mondo, ma anche a rendere attiva e attuale la testimonianza dell’Evangelo di Gesù Cristo, nella vita quotidiana di ciascuno di noi, nel mondo ove viviamo, sia esso del lavoro, della famiglia o delle relazioni sociali e politiche.

Certo che essere presenti fisicamente in Val Pellice e a Torre Pellice in particolare, durante i lavori del Sinodo, è un’altra cosa, però malgrado la distanza dall’aula sinodale e collegati su Zoom, anche quest’anno non sono mancate le occasioni di confronto, di dibattito anche serrato e di prese di posizioni capaci di non tradire la vocazione cristiana che, il “Popolo Chiesa”, così definiscono i Valdesi (nella foto in alto il Tempio Valdese di Torino), a cui si sono aggiunti i Metodisti con il patto di integrazione siglato nel 1975, sono chiamati a testimoniare, “qui ed ora”, come richiede la tradizione protestante riformata ed ancor prima richiesto dal Movimento dei Poveri di Lione fondato da Pietro Valdo nel 1174.

Il 22 agosto il Sinodo si è aperto con la predicazione del pastore Winfrid Pfannkuche “Ripartire da qui”. Un esplicito richiamo alla via per eccellenza indicata dall’apostolo Paolo ai Corinzi, quella dell’amore, che richiede coraggio e umiltà. Una via che impone decisioni e scelte chiare, rifuggendo dall’egocentrismo e riprendendo un cammino insieme che con passione ci permette di contribuire ad esempio alla salvaguardia della biodiversità.

Ancora una volta sono state giornate intensissime, quelle vissute durante i lavori sinodali: circa 50 ore tra relazioni e feedback con quasi 200 deputati e le deputate collegati/e da tutta Italia; numerosi i saluti e gli auguri di buon lavoro provenienti da molti Paesi europei e dalla numerosa Comunità valdese presente in Uruguay e Argentina di Rio de la Plata. Non è mancata la presenza fisica in aula del Vescovo di Pinerolo, Derio Olivero e il messaggio di Papa Francesco, ulteriore segno della grande intesa ecumenica presente con la Chiesa Cattolica romana. A presiedere i lavori è stato chiamato Valdo Spini, ex ministro e parlamentare italiano, della Chiesa Valdese di Firenze, che sin dalle sue prime dichiarazioni ha posto l’accento su tre parole: “Emozione, gratitudine, umiltà”, per il lavoro di coordinamento che doveva svolgere. Con altrettanta chiarezza ha dichiarato: “Insieme con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Comunità di Sant’Egidio e la Tavola Valdese, grazie anche all’8 per mille, possiamo aiutare gli afghani che già sono in Italia in un percorso di integrazione e, unendo diverse capacità e possibilità, possiamo attuare un corridoio umanitario che aiuti gli altri martoriati cittadini afghani a trovare asilo e accoglienza, fuori dalla tragica e violenta situazione che l’Afghanistan sta vivendo”. E ieri, 2 settembre, sono arrivati i primi rifugiati afghani nel Pinerolese: 13 persone accolte dalla Diaconia valdese locale in collaborazione con Enti e realtà locali e altre ospitate a Torino dopo la precipitosa fuga da Kabul.

Le sfide delle Chiese fra Covid-19, emergenze umanitarie e comunicazione, diritti umani, tutela delle minoranze e laicità dello Stato, Next generation EU, nuove vocazioni ed ecumenismo sono stati gli altri temi del Sinodo. La pandemia ha imposto una riprogrammazione delle attività delle Chiese, ma anche un’opportunità che le nuove tecnologie informatiche offrono per mantenere più vicini alle comunità persone che per vari motivi (anziani in particolare) non possono frequentare fisicamente i luoghi di culto. Per questo motivo è stata nominata una Commissione ad referendum, presieduta dalla Danimarca, dal pastore Peter Ciaccio, per fornire spunti di riflessione contenuti in un ordine del giorno che è stato approvato dall’assemblea sinodale, sull’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione e collegamento dei membri di chiesa.

Grande risalto, anche mediatico è stato dato all’approvazione dell’ordine del giorno di cui ero il primo firmatario, sull’assegnazione del Premio Nobel per la Pace alla Ong Emergency, fondata da Gino Strada. Iniziativa richiamata su La Porta di Vetro il 14 agosto (in https://www.laportadivetro.org/wp-content/uploads/2021/08/model_-mr2.pdf. La serata pubblica del 23 agosto dal titolo “Next generation Eu? Giovani ed Europa, tra sogno di ripresa e rischio di marginalità”, conclusa dalla Moderatora della Tavola Valdese, la Diacona Avv. Alessandra Trotta, ha affrontato temi di grande attualità come la demografia e le migrazioni, la necessità di aprirsi a un nuovo patto intergenerazionale che preveda maggiore spazio di operatività dei giovani e del ruolo delle donne nella società. La Moderatora ha concluso il dibattito ribadendo l’importanza del rapporto tra le generazioni, capace di diventare – come i credenti amano dire – un patto, da costruire con reciproca fiducia e che parafrasando Martin Luther King, significa saper prendere decisioni giuste, anche non convenienti”.




Posted on: 2021/09/03, by :