Irregolarità e infortuni sul lavoro in edilizia sono facce della stessa medaglia

di Massimo Cogliandro*|

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Proseguiamo con Massimo Cogliandro, segretario generale Fillea-Cgil Piemonte, la rassegna degli interventi sindacali sugli infortuni sul lavoro, mentre le Confederazioni piemontesi preparano il presidio di domani alle 15 in piazza Castello, davanti alla Prefettura di Torino.

Il cancro delle morti sul lavoro non si arresta e produce metastasi quotidiane. Numerose le ragioni. Ma le istituzioni e la politica si ricordano della questione solo quando i media accendono i riflettori incalzati dall’emergenza, da fatti luttuosi, come la strage avvenuta a Torino, in via Genova.

Controlli e pene sono blande. Affermazione di parte? Non direi se, per esempio, diamo credito alle preoccupazioni del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che ha denunciato l’inoffensiva “ghigliottina” prevista dalla nuova riforma della giustizia “Cartabia” per i futuri reati commessi dalle imprese in materia di mancata sicurezza. Secondo Gratteri la farebbero tutti franca grazie alla norma sulla “improcedibilità prevista in riforma…”

Ma uno dei temi più gravi correlato alle morti sul lavoro riguarda i fenomeni diffusi di irregolarità nel settore edile. Provo a fare un piccolo esempio: oggi in edilizia c’è talmente tanto lavoro che le imprese fanno fatica a trovare manodopera, c’è talmente tanto lavoro che le imprese faticano a reperire i materiali al punto che vi devono rinunciare. Eppure, se guardiamo le ore dichiarate in Cassa Edile dalle stesse imprese, il dato risulta incoerente con il numero di ponteggi che vediamo nelle città. Infatti, le ore medie mensili lavorate in Piemonte è inferiore alle 130, ossia una cifra che dovrebbe denunciare scarsità di lavoro o impiego del part time… Qualcosa non quadra!

In altri termini, significa che nella nostra regione, come nel resto del Paese, nel settore edile si sviluppano fenomeni di irregolarità diffusa che, inevitabilmente, ricadono sulla sicurezza. Il motivo è semplice: regolarità e sicurezza sono facce della stessa medaglia. Se l’una e l’altra viaggiano al ribasso, l’esito drammatico è soltanto una questione di tempo.

Oggi facendo un giro nei cantieri edili della nostra regione si registrano imprese parzialmente regolari, ma che denunciano poche ore e pagano il resto in nero, altre che lavorano in edilizia, ma che per risparmiare applicano contratti pirata o irregolari. Morale: si può credere che chi opera contra legem operi per la salvaguardia e la tutela dei lavoratori?

Lo strumento naturale per combattere le violazioni di legge è la trasparenza. Peccato, che sia spesso ignorata dalle istituzioni, nonostante la facilità che ci viene offerta dall’informatica di incrociare i dati delle notifiche preliminari (oggi in mano alle Regioni) con quelli delle aziende regolari gestiti dalle Casse Edili. L’operazione permetterebbe in tempi rapidi di visualizzare chi agisce nel segno dell’irregolarità e colpirlo. I sindacati lo sostengono da anni, inascoltati, però.

Gli infortuni sul lavoro sono un cancro della società da contrastare con la stessa durezza e inflessibilità con cui si contrasta una malattia vera. Di qui non si esce, perché ormai è chiaro a tutti che affrontando in dramma delle morti sul lavoro e della sicurezza per spot, solo in seguito a drammi ed emergenze, non si potrà ottenere nulla di serio, né di buono.



* Segretario Generale Fillea-Cgil Piemonte

Posted on: 2021/12/20, by :