Comune di Torino: bilancio, leva per una rivoluzione sociale
di Pietro Terna|
|Il Comune, grande o piccolo che sia, è quella parte della Pubblica Amministrazione che è più vicina alle persone. Nei comuni piccoli e anche medi il sindaco è spesso direttamente a contatto con la gente per aiuto e consiglio. Aiuto non solo economico, ma anche di vicinanza e sostegno. Nelle città grandi quel compito passa a un sistema organizzato per l’intervento, anche se la presenza diretta degli assessori preposti, dei presidenti di Circoscrizione, dei consiglieri delle circoscrizioni, è sempre elemento di grande valore.
In ogni caso, servono risorse economiche. Sul settimanale diocesano La Voce E il Tempo del 20 marzo, Michele Ruggiero ha pubblicato un’analisi intitolata “Nel triennio 2022-24 maggiori sostegni alle famiglie e all’accoglienza di migranti e profughi – Nel bilancio Lo Russo più fondi per le fragilità”, insieme alla proposta di una Conferenza della città sul welfare. L’articolo approfondisce proprio il tema della risposta concreta all’esigenza di essere vicini alle persone, attribuendo molta importanza a una parte del bilancio trascurata da altri commentatori.
Vediamo i numeri1 in questione. Per i servizi educativi, cioè nidi, scuole per l’infanzia e non solo quelle gestite direttamente dal Comune, mense scolastiche, con innovazione nella qualità e nella tutela dei dipendenti, si passa dai 51,2 milioni del 2019 ai 66,7 milioni del 2022. Si tratta di un incremento del 30% rispetto all’ultimo anno neutro, il 2019, in quanto pre-pandemia. Per i servizi sociali, l’azione svolta con fondi propri del Comune, passa dai 64.4 milioni del 2021 ai 69,8 del 2022, con un incremento dell’8,4%. Numeri importanti, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’amministrazione comunale è alle prese con una situazione di bilancio2 non facile, avendo il titolo di merito di avere strutturalmente allontanato il rischio del dissesto finanziario.
Ora occorre ripensare sempre più approfonditamente la struttura del bilancio, rifiutando ogni scelta ripetitiva, con una vera innovazione che tenga conto prima di tutto delle esigenze che provengono dalle Circoscrizioni, che non sono voci di costo, ma strumenti di governo e di soluzione dei problemi. Non immagino che si possa attuare, dopo oltre settant’anni che se ne discute, la tecnica di bilancio a base zero3 per rinnovare ogni anno le scelte, ma in campi cruciali come quello degli interventi sociali occorre avere la forza di innovare profondamente.
La formazione politica Torino Domani ha in consiglio comunale una consigliera che grazie alla competenza che deriva dall’impegno diretto nel settore e dalle responsabilità che ha ricoperto, rappresenta un punto di riferimento.
Si tratta di Tiziana Ciampolini che si è espressa per La Porta di Vetro con queste considerazioni: “Al nostro welfare serve un’innovazione radicale che articoli in modo competente, e comprensibile ai cittadini, la visione relativa all’emergere di nuovi rischi e problemi sociali, nonché alla possibilità di fronteggiare le nuove sfide con strumenti innovativi. Occorre superare la logica dell’emergenza – l’emergenza genera emergenza – per costruire politiche che investano sulle potenzialità, sulle capacità delle persone e dei loro contesti di vita. Occorre quindi dare vita a servizi abilitanti che permettano di esercitare i diritti essenziali quali vivere con dignità, abitare, lavorare, relazionarsi”.
“L’approccio delle capacità, introdotto dal Premio Nobel Amartya Sen, costituisce il punto di riferimento per la definizione di nuovi strumenti di politica pubblica per la lotta alla povertà e alle diseguaglianze. Sposta l’attenzione dal reddito e dalle provvidenze pubbliche come sussidi, ai fini, cioè la libertà sostanziale offerta alle persone. Un esempio concreto: va cambiato il modo in cui guardiamo le persone. Se quando parliamo di politiche sociali, di inclusione, definiamo le persone come categorie di bisogno (anziani, minori, poveri, disabili), non facciamo altro che “fissarle” in una posizione di svantaggio altamente stigmatizzante e depotenziante. Concentrarsi sulle loro capacità, vuol dire essere interessati alle reali opportunità loro offerte per liberarsi dai vincoli posti da una fragilità”.
“Rivoluzionare gli interventi significa concretamente e sapientemente investire in cambiamento organizzativo, in riqualificazione delle professioni sociali ed educative, in revisione delle competenze, dell’immaginario e del linguaggio. È questo lo spazio un cui l’innovazione radicale prenderà corpo, dimostrando la capacità di vedere, costruire, mettere a terra nuovi valori, nuove alleanze, nuove strategie e nuovi strumenti operativi per realizzare risultati capaci di far star bene tutte le persone”.
L’inizio di una rivoluzione, a partire dal bilancio del Comune di Torino.
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In ogni caso, servono risorse economiche. Sul settimanale diocesano La Voce E il Tempo del 20 marzo, Michele Ruggiero ha pubblicato un’analisi intitolata “Nel triennio 2022-24 maggiori sostegni alle famiglie e all’accoglienza di migranti e profughi – Nel bilancio Lo Russo più fondi per le fragilità”, insieme alla proposta di una Conferenza della città sul welfare. L’articolo approfondisce proprio il tema della risposta concreta all’esigenza di essere vicini alle persone, attribuendo molta importanza a una parte del bilancio trascurata da altri commentatori.
Vediamo i numeri1 in questione. Per i servizi educativi, cioè nidi, scuole per l’infanzia e non solo quelle gestite direttamente dal Comune, mense scolastiche, con innovazione nella qualità e nella tutela dei dipendenti, si passa dai 51,2 milioni del 2019 ai 66,7 milioni del 2022. Si tratta di un incremento del 30% rispetto all’ultimo anno neutro, il 2019, in quanto pre-pandemia. Per i servizi sociali, l’azione svolta con fondi propri del Comune, passa dai 64.4 milioni del 2021 ai 69,8 del 2022, con un incremento dell’8,4%. Numeri importanti, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’amministrazione comunale è alle prese con una situazione di bilancio2 non facile, avendo il titolo di merito di avere strutturalmente allontanato il rischio del dissesto finanziario.
Ora occorre ripensare sempre più approfonditamente la struttura del bilancio, rifiutando ogni scelta ripetitiva, con una vera innovazione che tenga conto prima di tutto delle esigenze che provengono dalle Circoscrizioni, che non sono voci di costo, ma strumenti di governo e di soluzione dei problemi. Non immagino che si possa attuare, dopo oltre settant’anni che se ne discute, la tecnica di bilancio a base zero3 per rinnovare ogni anno le scelte, ma in campi cruciali come quello degli interventi sociali occorre avere la forza di innovare profondamente.
La formazione politica Torino Domani ha in consiglio comunale una consigliera che grazie alla competenza che deriva dall’impegno diretto nel settore e dalle responsabilità che ha ricoperto, rappresenta un punto di riferimento.
Si tratta di Tiziana Ciampolini che si è espressa per La Porta di Vetro con queste considerazioni: “Al nostro welfare serve un’innovazione radicale che articoli in modo competente, e comprensibile ai cittadini, la visione relativa all’emergere di nuovi rischi e problemi sociali, nonché alla possibilità di fronteggiare le nuove sfide con strumenti innovativi. Occorre superare la logica dell’emergenza – l’emergenza genera emergenza – per costruire politiche che investano sulle potenzialità, sulle capacità delle persone e dei loro contesti di vita. Occorre quindi dare vita a servizi abilitanti che permettano di esercitare i diritti essenziali quali vivere con dignità, abitare, lavorare, relazionarsi”.
“L’approccio delle capacità, introdotto dal Premio Nobel Amartya Sen, costituisce il punto di riferimento per la definizione di nuovi strumenti di politica pubblica per la lotta alla povertà e alle diseguaglianze. Sposta l’attenzione dal reddito e dalle provvidenze pubbliche come sussidi, ai fini, cioè la libertà sostanziale offerta alle persone. Un esempio concreto: va cambiato il modo in cui guardiamo le persone. Se quando parliamo di politiche sociali, di inclusione, definiamo le persone come categorie di bisogno (anziani, minori, poveri, disabili), non facciamo altro che “fissarle” in una posizione di svantaggio altamente stigmatizzante e depotenziante. Concentrarsi sulle loro capacità, vuol dire essere interessati alle reali opportunità loro offerte per liberarsi dai vincoli posti da una fragilità”.
“Rivoluzionare gli interventi significa concretamente e sapientemente investire in cambiamento organizzativo, in riqualificazione delle professioni sociali ed educative, in revisione delle competenze, dell’immaginario e del linguaggio. È questo lo spazio un cui l’innovazione radicale prenderà corpo, dimostrando la capacità di vedere, costruire, mettere a terra nuovi valori, nuove alleanze, nuove strategie e nuovi strumenti operativi per realizzare risultati capaci di far star bene tutte le persone”.
L’inizio di una rivoluzione, a partire dal bilancio del Comune di Torino.
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1 Per chi volesse approfondire, a https://servizi.comune.torino.it/consiglio/prg/intranet/display_testi.php?doc=A-P202205951:109762 si trova il Documento Unico di Programmazione 2022-2024. L’ho studiato per via dell’impegno che ho assunto come esperto nella Commissione Bilancio del Comune, per conto della formazione Torino Domani, lista autenticamente civica all’interno del centro sinistra.
2Ne ho scritto nella Porta di Vetro, a https://www.laportadivetro.org/punture-di-spillo-torino-no-al-predissesto/
3https://en.wikipedia.org/wiki/Zero-based_budgeting
Posted on: 2022/03/20, by : admin
2Ne ho scritto nella Porta di Vetro, a https://www.laportadivetro.org/punture-di-spillo-torino-no-al-predissesto/
3https://en.wikipedia.org/wiki/Zero-based_budgeting
Posted on: 2022/03/20, by : admin