Straordinario Berrettini: bis al Queen’s, ora Wimbledon

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A cento anni esatti dall’esordio dei moschettieri azzurri di tennis in Coppa Davis, 19 giugno 1922, contro le Isole Britanniche al Roehampton Lawn Tennis Club di Londra, l’Italia celebra nel migliore dei modi la ricorrenza. Sull’erba dell’Atp Queen’s londinese, Matteo Berrettini, numero uno del tennis italiano (10° nel ranking mondiale), vince il torneo che aveva già fatto suo lo scorso anno in tre set sull’inglese e beniamino di casa Cameron Norrie.

Dunque, davvero una grande cornice per la storia della nostra avventura in Coppa Davis. Cento anni fa, era un lunedì, gli azzurri scesero in campo contro i maestri britannici, ma rimediarono soltanto sconfitte, con un punteggio poi temperato dal forfait di un giocatore avversario. Fu un “apprendistato” severo, ma che non impedì all’Italia negli anni successivi di diventare una protagonista della Coppa Davis, fino alla vittoria del 1976 a Santiago del Cile (in https://www.supertennis.tv/News/Eventi-internazionali/Italia-cento-anni-Coppa-Davis-storia-grandi-momenti

Carattere, personalità, determinazione, concentrazione, grande resistenza allo stress, un team d’eccellenza guidato da Vincenzo Santopadre: mescolate gli elementi, ma non agitateli, parafrasando lo 007 James Bond, e ne esce Matteo Berrettini, un grande campione.
Filip Krajinovic
Romano, ventisei anni, dal 2019 in crescita esponenziale, rappresenta oggi la punta di diamante della nouvelle vague tennistica dell’Italia, che ha in Jannik Sinner, Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti, insieme al veterano Fabio Fognini, una squadra competitiva per il prossimo impegno in coppa Davis a Bologna, nel mese di settembre.

Fresco vincitore domenica scorsa dell’ATP 250 di Stoccarda, battendo uno dei più grandi tennisti britannici, lo scozzese Andy Murray, Berrettini (rimasto lontano dai campi per 84 giorni a causa di un’operazione al polso destro) ha mostrato colpi di grande classe, fantasia e fisicità. Il tutto saldato in un repertorio tecnico che ha fiaccato in due set 7-5, 6-4 la resistenza del pur bravo serbo Filip Krajinovic, meno di un outsider, arrivato in finale, battendo nell’ordine Brookksby, Querrey, Peniston, Cilic, senza aver mai vinto prima del Queen’s una partita sull’erba.

Nella finale durata meno di due ore, tuttavia, Matteo Berrettini non è apparso ancora al top; la sua azione è stata contrassegnata, soprattutto nel primo set, da alcune sbavature, inattese imprecisioni e soggetta a qualche pausa di troppo. Il che, paradossalmente, fa davvero ben sperare, dopo il settimo torneo della sua carriera, in prossimità del prestigioso appuntamento di Wimbledon, dove lo scorso anno fu finalista, battuto soltanto dal numero uno al mondo, Nole Djokovic.




Posted on: 2022/06/19, by :