“Accordi economici coi talebani”: è una bufala, intanto l’Afghanistan muore di fame
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Nel pieno di un’emergenza alimentare, il web produce false notizie, autentiche bufale, che danno l’impressione di voler irridere il dramma che vivono sulla proprio pelle milioni di afghani, in particolari i bambini. Dall’Australia, infatti, stamane è rimbalzata una notizia secondo la quale la società Cpharm, un’azienda di appena 17 dipendenti nel Maitland, che fa parte dello Stato del Nuovo Galles del Sud, ha firmato un accordo di 450 milioni di dollari per la produzione di cannabis ad uso farmaceutico.
Secondo l’agenzia Reuters, la notizia è stata diffusa attraverso un rapporto del Pajhwok African News afghano che ha riferito di un incontro tra i rappresentanti della Cpharm e funzionari per il controllo della droga presso il Dipartimento degli Interni. L’incontro è stato però smentito dai vertici della società australiana, situata a poco meno di 170 chilometri di Sydney, capitale del Nuovo Galles del Sud.
Per gli amministratori di Cpharm, al centro di una autentica tempesta mediatica, il progetto di costruire uno stabilimento in Afghanistan dedicato alla produzione di medicinali e creme è una totale invenzione, anche per oggettivi disponibilità finanziarie.
Di vero rimane l’inferno, come è stato scritto, in cui sta sprofondando il paese del Centro Asia, dal 15 agosto scorso nelle mani degli studenti coranici. Come è stato riportato dalla BBC, sono sempre più numerose le madri costrette a vendere i propri figli per assicurarsi la sopravvivenza. Sono notizie fotocopia, è stato detto da Unicef Italia,1 a quelle già viste nei campo profughi della Giordania, con madri siriane che vendono i figli per una manciata di euro o li affidano ai miliziani dell’Isis, confidando in un futuro migliore… In Afghanistan, Paese dei matrimoni precoci, una donna su tre si sposa prima dei 18 anni, e una su sei prima dei 15.
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Secondo l’agenzia Reuters, la notizia è stata diffusa attraverso un rapporto del Pajhwok African News afghano che ha riferito di un incontro tra i rappresentanti della Cpharm e funzionari per il controllo della droga presso il Dipartimento degli Interni. L’incontro è stato però smentito dai vertici della società australiana, situata a poco meno di 170 chilometri di Sydney, capitale del Nuovo Galles del Sud.
Per gli amministratori di Cpharm, al centro di una autentica tempesta mediatica, il progetto di costruire uno stabilimento in Afghanistan dedicato alla produzione di medicinali e creme è una totale invenzione, anche per oggettivi disponibilità finanziarie.
Di vero rimane l’inferno, come è stato scritto, in cui sta sprofondando il paese del Centro Asia, dal 15 agosto scorso nelle mani degli studenti coranici. Come è stato riportato dalla BBC, sono sempre più numerose le madri costrette a vendere i propri figli per assicurarsi la sopravvivenza. Sono notizie fotocopia, è stato detto da Unicef Italia,1 a quelle già viste nei campo profughi della Giordania, con madri siriane che vendono i figli per una manciata di euro o li affidano ai miliziani dell’Isis, confidando in un futuro migliore… In Afghanistan, Paese dei matrimoni precoci, una donna su tre si sposa prima dei 18 anni, e una su sei prima dei 15.
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