“Avrò cura di te…”, a Voghera si è scoperto come…
di Menandro|
|
Il 18 maggio di quest’anno Franco Battiato, un poeta delle note, ci ha lasciato. Una delle sue canzoni più dolci, tra le tante, quella che riusciva a sommare ricordi, vissuti del presente e speranze per il futuro, è “La cura”. Sono versi che hanno trasportato più generazioni verso chi si ama e all’amore per il prossimo, e per effetto transitivo, per coloro che nei momenti del bisogno non devono essere abbandonati al loro destino che troppo spesso è la strada, prigionieri di un disagio psichico che la solitudine rende irrisolvibile. La cura per il più debole, dunque.
A Voghera, invece, si è registrata una vicenda, come è noto, che ci porta ad interrogarci su come le istituzioni possano intendere e interpretare – in forma “solidale” e radicale, secondo i punti di vista – il concetto di cura, di vicinanza al prossimo, di assistenza ai più deboli. Un’interpretazione che vale per il presente e, non possiamo escluderlo, anche per il futuro. Questa interpretazione è stata offerta – al di là delle ragioni giuridiche e giudiziarie che seguiranno il drammatico episodio – dall’assessore alla sicurezza che ha ucciso con un colpo di pistola un signore di 39 anni nato in Marocco, con problemi psichiatrici, altrettanto noti a Voghera.
L’assessore, un avvocato, lo ha freddato con un colpo partito accidentalmente, involontariamente, è la sua ricostruzione su cui indagheranno i magistrati. Un colpo calibro 22 di una pistola che lui però non portava incidentalmente, ma abitualmente con sé, con il colpo in canna, secondo un registro comportamentale e una predisposizione mentale precisi, che non lasciano troppi margini d’interpretazione al valore che si attribuisce all’arma, perché chi la porta potenzialmente è pronto ad usarla.
Una mentalità dunque offensiva, l’opposto della “cura” che l’istituzione ha il dovere di riservare agli ultimi, cioè il modello politico, morale ed etico che fa da architrave alla nostra Costituzione. Ora, se non la si vuole condividere, la Costituzione, la si modifichi. Ma non la si violi. È contro la legge.
Posted on: 2021/07/23, by : admin
A Voghera, invece, si è registrata una vicenda, come è noto, che ci porta ad interrogarci su come le istituzioni possano intendere e interpretare – in forma “solidale” e radicale, secondo i punti di vista – il concetto di cura, di vicinanza al prossimo, di assistenza ai più deboli. Un’interpretazione che vale per il presente e, non possiamo escluderlo, anche per il futuro. Questa interpretazione è stata offerta – al di là delle ragioni giuridiche e giudiziarie che seguiranno il drammatico episodio – dall’assessore alla sicurezza che ha ucciso con un colpo di pistola un signore di 39 anni nato in Marocco, con problemi psichiatrici, altrettanto noti a Voghera.
L’assessore, un avvocato, lo ha freddato con un colpo partito accidentalmente, involontariamente, è la sua ricostruzione su cui indagheranno i magistrati. Un colpo calibro 22 di una pistola che lui però non portava incidentalmente, ma abitualmente con sé, con il colpo in canna, secondo un registro comportamentale e una predisposizione mentale precisi, che non lasciano troppi margini d’interpretazione al valore che si attribuisce all’arma, perché chi la porta potenzialmente è pronto ad usarla.
Una mentalità dunque offensiva, l’opposto della “cura” che l’istituzione ha il dovere di riservare agli ultimi, cioè il modello politico, morale ed etico che fa da architrave alla nostra Costituzione. Ora, se non la si vuole condividere, la Costituzione, la si modifichi. Ma non la si violi. È contro la legge.
Posted on: 2021/07/23, by : admin