Coronavirus, la Francia si prepara alla terza ondata

di Enrico Martial |

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Con fiammate locali dovute principalmente alla variante inglese, la Francia abbandona il modello unico nazionale e torna allo schema territoriale con misure diversificate, scelto nelle aperture dopo la prima fase della pandemia proprio dalla task force guidata allora da Jean Castex, prima di assumere l’incarico di primo ministro. L’idea è di chiudere alcune zone indentificate per il fine settimana, da venerdì sera alle 18 a lunedì mattina alle 6, in un lockdown relativamente rigido, rafforzando poi le altre misure per il resto della settimana, come l’obbligo generalizzato di mascherina, l’ulteriore riduzione delle presenze nei negozi, pari a una persona per 15mq.

Proprio in ragione alla prossimità all’Inghilterra, Dunkerque ha registrato una forte diffusione della variante inglese, con un’incidenza salita a quasi 1000 nuovi contagiati su 100mila, cioè uno su cento alla settimana. Oltre al lockdown, nella zona saranno fatte confluire 16.700 dosi supplementari di vaccino, relativamente poche ma mirate alla popolazione più a rischio. Il 24 febbraio, il ministro della Salute, Oliver Véran, è stato all’ospedale di Dunkerque, dove ha annunciato il lockdown nel prossimo weekend per una popolazione interessata di 250mila abitanti.

Nelle Alpi Marittime, tra Nizza e Mentone, dove di concentra il 90% della popolazione del dipartimento, analoghe misure sono già state adottate due giorni fa. Anche in questo caso i prossimi due fine settimana sarà possibile uscire di casa solo per un’ora al giorno, per la spesa, la cura degli animali, la visita da un medico, le passeggiate entro i 5 km dall’abitazione. Nella zona, il tasso di incidenza è la metà di quello di Dunkerque, ma sempre alto: al 22 febbraio era pari a 583 positivi su 100mila abitanti. La prossimità con l’Italia ha i suoi effetti: sul nostro versante sono infatti state introdotte delle zone (quasi) rosse a Ventimiglia e Sanremo fino al 5 marzo (con la chiusura delle scuole) e misure ulteriori per Ventimiglia, con il divieto di asporto dei cibi dopo le 18.

Il portavoce del governo, Gabriel Attal, nella conferenza stampa del 24 febbraio, ha detto che una decina di dipartimenti destano preoccupazione. Si tratta dello spazio a nord, attorno a Dunkerque, l’intera zona del littorale da Nizza a Marsiglia, il dipartimento confinante con la Germania della Mosella, che ha un tasso di incidenza di 312 positivi su 100mila abitanti, e la zona di Parigi con i comuni vicini. E ieri, 25 febbraio, nel pomeriggio, il primo ministro, Jean Castex nel corso di una conferenza stampa è stato esplicito: “la situazione sanitaria nel nostro Paese è peggiorata negli ultimi giorni”, il che ha consigliato il rafforzamento di misure anti-Covid in 20 dipartimenti.

Si riprenderebbe quindi l’ipotesi di restrizioni forti che erano state evitate il 29 gennaio. All’epoca, la posizione di apertura del governo francese, in contrasto con le proposte del “Consiglio scientifico Covid 19” e con le attese dei media, ha complessivamente consentito di mantenere gran parte delle attività in funzione e ha riscosso un discreto consenso. La nuova fase è però dettata dall’evidente sviluppo delle varianti, mentre è ancora lenta la campagna vaccinale. Secondo uno studio dell’Istituto Pasteur (in pre-print del 23 febbraio), una terza ondata nel mese di marzo potrebbe superare per ampiezza quelle precedenti, e i vaccini non saranno in grado di fermarla. Il numero dei nuovi ricoveri potrebbe salire a 4.500 al giorno, rispetto al massimo dei 3.750 della prima ondata e dei 2.500 della seconda ondata, in autunno.

Anche sul piano nazionale, i numeri iniziano a mostrare segnali di tensione. Per esempio, malgrado la media su 7 giorni di 20.109 nuovi positivi giornalieri confermi una relativa stabilità (per paragone, in Italia sono 13.224), proprio ieri si è registrato un picco di nuovi positivi in 24 ore di 31.519 nuovi casi, valore che non si registrava da novembre scorso.




Posted on: 2021/02/26, by :