“Europa Presente”: diritti fondamentali e finanziamenti Ue a vent’anni dalla Carta di Nizza
di Davide Rigallo |
| Europa presente. È questo il titolo scelto da Federazione piemontese AICCRE e IRES Piemonte per un ciclo di seminari che ha l’obiettivo di coniugare “diritti fondamentali” e “finanziamenti europei”, a vent’anni esatti dalla proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue (Nizza, 7 dicembre 2000).
Nata allo scopo di definire i diritti di tutte le persone regolarmente residenti nel territorio dell’Unione europea, nei suoi 54 articoli la Carta cifra il progetto politico dell’Unione europea: il suo essere, cioè, uno spazio di libertà, giustizia e sicurezza che mette al centro della sua azione la persona e, su questa base, istituisce la cittadinanza europea. La storia della Carta dal 2000 sino a oggi somiglia molto a un percorso carsico, con intoppi, retromarce, riprese, accantonamenti. Nonostante l’art. 6 del Trattato di Lisbona ne definisca il carattere vincolante per tutti gli stati che fanno parte dell’Ue, la sua applicazione e, addirittura, la sua conoscenza risultano a tutt’oggi carenti. Lo spirito “costituzionale” che ne ha animato redazione e proclamazione sembra spesso sfuggire al dibattito politico europeista, proprio nel momento in cui, con la prossima Conferenza sul futuro dell’Europa, sarà chiamato a esprimersi su un percorso di riforma che dia nuova linfa al progetto dell’Ue.
L’idea di affrontare i diritti espressi nella Carta con un taglio pragmatico e attuale collegato a una dimensione di prossimità (quello degli Enti territoriali piemontese) vuole essere una risposta ad atteggiamenti approssimativi e svalutanti che minano spesso la loro concreta realizzazione. In particolare, connettere i diritti fondamentali ai programmi di finanziamento europei significa andare dritti a una questione tanto importante, quanto talvolta rimossa: quella della sostenibilità economica dei diritti, delle risorse indispensabili per la loro realizzazione e fruizione da parte della cittadinanza. Una questione che non riguarda solo la volontà politica delle Amministrazioni locali, ma anche (e, forse, soprattutto) la loro capacità di intercettare fondi europei, sempre più necessari anche di fronte alle limitazioni della finanza locale, imposte dalle riduzioni dei trasferimenti statali.
Alla vigilia della programmazione 2021-27, appare pertanto importante considerare quali siano i fondi strutturali Ue destinati ad ambiti essenziali come la sanità, l’ambiente, le pari opportunità, l’antidiscriminazione. Allo stesso modo, risulta interessante conoscere i programmi ad accesso diretto a cui gli Enti territoriali potrebbero concorrere. Infine, è rilevante osservare come molti dei diritti sanciti dalla Carta siano stati ripresi, in forma di obiettivi da raggiungere, nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, di cui IRES Piemonte è importante referente per la strategia regionale in Piemonte e AICCRE per quella nazionale con il compito di favorire l’allineamento degli obiettivi (SDGs) nella pianificazione degli enti locali e regionali.
Si comincia il 18 febbraio con un seminario dedicato alla protezione della salute (art. 35 della Carta). A seguire, saranno trattati il principio di antidiscriminazione (art. 21), il diritto a una buona amministrazione (art. 41), la parità tra donne e uomini (art. 23), la tutela dell’ambiente (art. 37).
Posted on: 2020/02/09, by : admin
Nata allo scopo di definire i diritti di tutte le persone regolarmente residenti nel territorio dell’Unione europea, nei suoi 54 articoli la Carta cifra il progetto politico dell’Unione europea: il suo essere, cioè, uno spazio di libertà, giustizia e sicurezza che mette al centro della sua azione la persona e, su questa base, istituisce la cittadinanza europea. La storia della Carta dal 2000 sino a oggi somiglia molto a un percorso carsico, con intoppi, retromarce, riprese, accantonamenti. Nonostante l’art. 6 del Trattato di Lisbona ne definisca il carattere vincolante per tutti gli stati che fanno parte dell’Ue, la sua applicazione e, addirittura, la sua conoscenza risultano a tutt’oggi carenti. Lo spirito “costituzionale” che ne ha animato redazione e proclamazione sembra spesso sfuggire al dibattito politico europeista, proprio nel momento in cui, con la prossima Conferenza sul futuro dell’Europa, sarà chiamato a esprimersi su un percorso di riforma che dia nuova linfa al progetto dell’Ue.
L’idea di affrontare i diritti espressi nella Carta con un taglio pragmatico e attuale collegato a una dimensione di prossimità (quello degli Enti territoriali piemontese) vuole essere una risposta ad atteggiamenti approssimativi e svalutanti che minano spesso la loro concreta realizzazione. In particolare, connettere i diritti fondamentali ai programmi di finanziamento europei significa andare dritti a una questione tanto importante, quanto talvolta rimossa: quella della sostenibilità economica dei diritti, delle risorse indispensabili per la loro realizzazione e fruizione da parte della cittadinanza. Una questione che non riguarda solo la volontà politica delle Amministrazioni locali, ma anche (e, forse, soprattutto) la loro capacità di intercettare fondi europei, sempre più necessari anche di fronte alle limitazioni della finanza locale, imposte dalle riduzioni dei trasferimenti statali.
Alla vigilia della programmazione 2021-27, appare pertanto importante considerare quali siano i fondi strutturali Ue destinati ad ambiti essenziali come la sanità, l’ambiente, le pari opportunità, l’antidiscriminazione. Allo stesso modo, risulta interessante conoscere i programmi ad accesso diretto a cui gli Enti territoriali potrebbero concorrere. Infine, è rilevante osservare come molti dei diritti sanciti dalla Carta siano stati ripresi, in forma di obiettivi da raggiungere, nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, di cui IRES Piemonte è importante referente per la strategia regionale in Piemonte e AICCRE per quella nazionale con il compito di favorire l’allineamento degli obiettivi (SDGs) nella pianificazione degli enti locali e regionali.
Si comincia il 18 febbraio con un seminario dedicato alla protezione della salute (art. 35 della Carta). A seguire, saranno trattati il principio di antidiscriminazione (art. 21), il diritto a una buona amministrazione (art. 41), la parità tra donne e uomini (art. 23), la tutela dell’ambiente (art. 37).
Posted on: 2020/02/09, by : admin