Fiom-Cgil: “Incentivi Stellantis colpo letale per Mirafiori”
di Edi Lazzi* |
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La Fiom-Cgil giudica negativo l’accordo sottoscritto dagli altri sindacati metalmeccanici e Stellantis con cui nella sostanza si riduce ulteriormente l’occupazione nelle fabbriche di automobili in Italia. E le ragioni, al di là dei ragionamenti anche legittimi sulla transizione, si spiegano con i numeri. Il resto rischia di diventare merce propagandistica, in particolare per il futuro dell’area torinese.
Nel giro di un anno esatto, infatti, con queste ulteriori 600 uscite dagli Enti Centrali di Torino arriviamo a un totale di 1400 solo nelle strutture impiegatizie e a ben 2900 su tutta l’area dello stabilimento di Mirafiori. È evidente che l’attuale strategia dell’azienda sia quella di svuotare il più possibile lo stabilimento, con particolare “occhio di riguardo” agli impiegati che nel nostro capoluogo regionale rappresentano a il 50 per cento di coloro che stanno salutando l’azienda.
Questo è un segnale doppiamente negativo perché oltre a diminuire l’occupazione, se ne sta andando via la “testa” che progetta, ingegnerizza e sviluppa il prodotto. Ribadisco nuovamente che serve un progetto vero, reale, autentico, praticabile per il rilancio di Mirafiori che passa non da annunci – troppi e velleitari negli ultimi tre lustri – ma dal ripensare i suoi spazi, nuove produzioni, assunzioni di giovani e il riciclo e riutilizzo dei materiali delle auto dismesse.
È necessario fare come realizzato nel marzo scorso, nuovamente sistema con le istituzioni e il governo. Quest’ultimo non può starsene alla finestra, se non altro per una questione di dignità rispetto al suo omologo francese che conta, pesa, incide e vuole sempre dire la sua in materia di politica industriale dell’auto. Per questo e altri motivi, chiederemo al più presto un’ulteriore incontro a Tavares, che dia continuità concreta a ciò che si era accennato quattro mesi fa, a marzo. Dal canto suo, la Fiom-Cgil farà la sua parte.
*Fiom-Cgil Torino
Posted on: 2022/07/07, by : admin
Nel giro di un anno esatto, infatti, con queste ulteriori 600 uscite dagli Enti Centrali di Torino arriviamo a un totale di 1400 solo nelle strutture impiegatizie e a ben 2900 su tutta l’area dello stabilimento di Mirafiori. È evidente che l’attuale strategia dell’azienda sia quella di svuotare il più possibile lo stabilimento, con particolare “occhio di riguardo” agli impiegati che nel nostro capoluogo regionale rappresentano a il 50 per cento di coloro che stanno salutando l’azienda.
Questo è un segnale doppiamente negativo perché oltre a diminuire l’occupazione, se ne sta andando via la “testa” che progetta, ingegnerizza e sviluppa il prodotto. Ribadisco nuovamente che serve un progetto vero, reale, autentico, praticabile per il rilancio di Mirafiori che passa non da annunci – troppi e velleitari negli ultimi tre lustri – ma dal ripensare i suoi spazi, nuove produzioni, assunzioni di giovani e il riciclo e riutilizzo dei materiali delle auto dismesse.
È necessario fare come realizzato nel marzo scorso, nuovamente sistema con le istituzioni e il governo. Quest’ultimo non può starsene alla finestra, se non altro per una questione di dignità rispetto al suo omologo francese che conta, pesa, incide e vuole sempre dire la sua in materia di politica industriale dell’auto. Per questo e altri motivi, chiederemo al più presto un’ulteriore incontro a Tavares, che dia continuità concreta a ciò che si era accennato quattro mesi fa, a marzo. Dal canto suo, la Fiom-Cgil farà la sua parte.
*Fiom-Cgil Torino
Posted on: 2022/07/07, by : admin