Il Mappamondo, appunti di viaggio: la “Semana Santa” in Colombia

di Pierfranco Viano|

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Domenica, 19 giugno, la Colombia alle urne per eleggere al ballottaggio il suo nuovo presidente. Si tratta di un momento storico: per la prima volta volta un candidato della sinistra colombiana Gustavo Petro, ha l’opportunità di arrivare alla massima carica dello Stato. Al primo turno, il 29 maggio scorso, Petro ha ottenuto il 40 per cento dei voti, oltre 8 milioni e mezzo di consensi, insufficiente a far scattare l’elezione al primo turno che prevede il 50 per cento +1 dei suffragi.

Il leader della sinistra avrà come avversario l’indipendente Rodolfo Hernández, 77 anni, noto come l’Ingegnere. Grande sconfitto della competizione è Federico Gutiérrez, esponente della destra, sostenuto dall’ex presidente, l’avvocato Alvaro Uribe. Quest’ultimo, che ha governato la Colombia dal 2002 al 2010 è l’espressione più “genuina” del sodalizio tra potere economico e mafioso.

Tra le accuse più frequenti rivolte che gli sono state rivolte c’è quella di essere stato un sostenitore del Cartello di Medellín e di narcotrafficante Pablo Escobar. Secondo un rapporto della DIA americana, il padre di Uribe sarebbe stato assassinato in Colombia per le sue connessioni con il narcotraffico. Alvaro Uribe è in attesa di giudizio per i reati di corruzione e subornazione di testimoni.
Ma la vera macchia del suo governo fu quello di aver ucciso oltre 6 mila civili innocenti, estranei al conflitto con la guerriglia in corso, camuffandoli da guerriglieri delle Farc, l’organizzazione di estrema sinistra nata a metà degli anni Sessanta, che ha cessato la lotta armata ufficialmente nel 2017. La pace raggiunta non è stata accolta però da alcune frange del movimento che continuano la lotta armata con azione terroristiche in luoghi pubblici e contro le forze armate. Una situazione che, insieme all’esasperato tasso di criminalità, non favorisce il turismo di un Paese descritto come un piccolo paradiso. Nell’articolo che segue, Pierfranco Viano racconta la sua esperienza in Colombia nella Semana Santa, la Settimana Santa.


Ho accompagnato un gruppo nel 2018 in occasione della Settimana Santa nella cittadina di Mompox (Patrimonio Unesco). Non era da molto tempo che la Colombia, a lungo ignorata dai circuiti turistici, si stava riabituando all’afflusso di visitatori dal resto del mondo. La pandemia e la controversa situazione politica hanno poi rimesso nuovamente tutto in discussione.

Lo scrittore Gabriel GarciaMarquez, la massima espressione del genere letterario denominato “realismo magico”, è nato in Colombia, un paese che ha davvero qualcosa a che fare con la dimensione del sogno.

Museo Botero
Silvia, il mercato
San Agustín
Abbiamo viaggiato per 15 giorni dalla capitale Bogotà con il bellissimo Museo dell’Oro, Cartagena (Patrimonio Unesco), la perla del Mar dei Caraibi, la mitica Mompox (Patrimonio Unesco) dove il regista Francesco Rosi ambientò il film tratto dal libro di Marquez “Cronaca di una morte annunciata”, alla città coloniale di Popoyan, la Ciudad Blanca, nei cui pressi, a Silvia, il martedì si tiene un colorato mercato frequentato dalle popolazioni andine.

Abbiamo visitato i misteriosi siti archeologici precolombiani di San Agustín (Patrimonio dell’Unesco), immersi in un verdissimo paesaggio pre-andino. La Colombia è l’unico paese sudamericano ad affacciarsi sugli oceani che bagnano il Continente sudamericano. Presenta una grande diversità culturale e una delle più ampie biodiversità del pianeta. Durante il nostro itinerario non abbiamo registrato problemi, anche la zona presidenziale della capitale Bogotà era controllata da carri armati e soldati, con le arterie di grande comunicazione pattugliate da reparti dell’esercito colombiano.
Bogotà
Bogotà

La città situata al centro della Colombia, nella regione nota come Savana di Bogotà, il più elevato altopiano dello Stato a 2640 metri d’altitudine, prende il nome dal re muisca che si chiamava Bacatà. Una città immensa con oltre sette milioni di abitanti. La visita ha come tappa Plaza Bolivar, il cuore de La Candelaria, il vivace “barrio” coloniale formato da un insieme di edifici settecenteschi accuratamente restaurati.
Particolare Museo dell’Oro
Il Museo dell’Oro, che conserva decine di migliaia di pezzi in oro, la più grande collezione esistente al mondo, è la testimonianza di tutte le principali culture pre-ispaniche della Colombia. L’incanto dinanzi alla magnificenza degli oggetti esposti è assicurato e una disposizione moderna permette di apprezzare ogni singolo pezzo. Altra visita di rigore è la Donacion Botero, il museo che ospita non soltanto le opere di Ferdinando Botero, nato a Medellin nel 1932, il grande artista che ha dato lustro alla Colombia nel mondo.

Cartagena

Una delle più vivaci e belle cittadine caraibiche, dichiarata Patrimonio dell’Unesco nel 1984 per le sue imponenti fortificazioni e per la sua eredità coloniale. Fondata nel 1533, fu una delle prime città spagnole del Nuovo Mondo, principale porto dal quale le ricchezze del continente salpavano dirette alla madrepatria. Non sorprende che la città fosse un obiettivo appetitoso per i pirati inglesi che solcavano il Mar dei Caraibi, e che nel XVI secolo subisse svariati e terribili assedi.
Cartagena
Sir Francis Drake capitanò nel 1586 l’attacco più famoso, mettendo a ferro e fuoco la cattedrale e tenendo la città in ostaggio per più di cento giorni, prima di ottenere un altissimo prezzo per il riscatto. Dopo che il corsaro levò l’ancora, gli spagnoli cominciarono la costruzione di una elaborata rete di fortificazioni che sono oggi la caratteristica principale della città. Si tratta di circa 11 km di pesanti bastioni in pietra, che circondano il cento storico.

Uno dei luoghi più apprezzati nella visita è stato il Convento de la Popa, che si innalza in cima a una collina di 150 metri simile alla forma della poppa di una nave. Da ammirare sono poi il Castello di San Filippo, la più grande e robusta fortezza mai costruita dagli spagnoli in territorio coloniale, e la città vecchia costituita dai quartieri antichi di El Centro e San Diego, alla quale si dedica l’intero pomeriggio per curiosare e scoprirne i punti di maggiore attrazione culturale. Un’altra mezza giornata, al mattino del giorno successivo, è stata dedicata alla parte moderna della citò e ad altri pittoreschi quartieri.

San Basilio de Palenque

Lungo la strada per Mombox ci fermiamo nel villaggio di San Basilio de Palenque, fondato nel XVI secolo da una delle prime comunità di schiavi fuggita durante la colonizzazione spagnola. Oggi i discendenti di quegli schiavi africani sono impegnati a preservare le proprie tradizioni culturali, così come il Palenquero, una lingua spagnola di origine creola parlata secondo le stime da 2.500 persone.
Grazie alle storie sulla schiavitù tramandate di generazione in generazione e alle tradizioni musicali mantenute vive nel tempo, questo villaggio fa rivivere l’anima del continente africano in un angolo della Colombia. Per tutti questi motivi la comunità di Palenque è stata dichiarata dall’Unesco “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”. Le bellissime venditrici di frutta, dai lineamenti africani e dagli abiti variopinti, che si incontrano per le strade di Cartagena provengono da Palenque.
Mompox, Settimana Santa
Mompox

Decisamente al di fuori degli itinerari turistici, ubicata sul ramo occidentale del Rio Magdalena è famosa per la celebrazione della Semana Santa, una tradizione che risale ai tempi della colonia, conservata gelosamente dai suoi abitanti. Il nome Mompox deriva da Mompoj, l’ultimo capo degli indiani Kimbay che popolavano la regione prima della conquista spagnola. Con gli spagnoli la cittadina divenne un importante centro commerciale e un attivo porto fluviale dal quale transitavano tutte le merci che in arrivo da Cartagena proseguivano verso l’entroterra della colonia.

Nel corso dei secoli Mompox continuò a prosperare e vi vennero costruite numerose chiese e lussuose residenze. Verso la fine del XIX secolo la navigazione lungo il Rio Magdalena fu deviata sull’altro braccio del fiume, segnando così il declino della città, che rimase isolata e iniziò a vivere di ricordi. Mompox ha conservato il suo spiccato aspetto coloniale e l’atmosfera dei tempi andati. Nel 1995 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco. La città ha anche fatto da sfondo al romanzo “Cronaca di una morte annunciata” di Gabriel Garcia Marquez. Si visita la città a piedi tra chiese ed ex conventi.

Aracataca

Paese natale di Gabriel Garcia Marquez, premio Nobel per la Letteratura nel 1892, nonché la Macondo del suo capolavoro “Cent’anni di solitudine”, luogo dove è nato il realismo magico. Qui si visita un piccolo Museo dedicato allo scrittore e giornalista che i locali chiamano Gabo.

Popayan

Sebbene meno illustre di Cartagena, Popayan, a 1760 metri d’altitudine, è soprannominata la “Ciudad Blanca” per la straordinaria uniformità delle sue facciate color gesso. La città è considerata il secondo museo coloniale all’aria aperta della Colombia.
Popoyan
Fondata nel 1537 da Sebastian de Belalcazar, Popayan divenne il più importante punto di sosta sulla strada tra Cartagena e Quito. Grazie al suo clima mite, le facoltose famiglie spagnole proprietarie delle “haciendas” di canna da zucchero nella calda regione di Cali si stabilirono in città e nel XVII secolo ebbe inizio la costruzione di palazzi, scuole, imponenti chiese e monasteri che si ammirano durante la visita della città.

Silvia

Partenza per il mercato settimanale di Sivia, graziosa cittadina montana, centro della regione degli indios guambianos. I guambianos sono considerati uno dei gruppi etnici più tradizionali della Colombia. Con la bombetta in testa e il loro tradizionale abito di colore blu intenso, “anacos”, giungono da ogni parte per vendere frutta e ortaggi, dando vita ad un colorato e pittoresco mercato. Non amano essere fotografati, ma si riesce a scattare qualche fotografia con un minimo di discrezione.
San Agustin
San Agustín, siti archeologici e bellezze naturali

Tra i verdi e frastagliati paesaggi le rocce vulcaniche, gettate a grande distanza dai vicini vulcani, si dimostrarono un invito irresistibile per gli scultori di una civiltà primitiva che lasciarono in eredità statue di figure antropomorfe, realistiche o somiglianti a maschere mostruose, altre raffigurano animali come l’aquila, il giaguar. La civiltà di San Agustín ancor oggi è circondata da un fitto mistero. Infatti la popolazione non aveva una lingua scritta, e le sue tracce scomparvero prima dell’arrivo degli spagnoli, probabilmente per mano degli Inca, il cui impero si estese verso la Colombia settentrionale. Il ritrovamento delle prime statue avvenne soltanto a metà del XVIII secolo. Si visitano due parchi archeologici e le bellissime cascate.
Il viaggio è adatto a un cliente esperto, in grado di sostenere i tempi dei trasferimenti aerei, i lunghi e impegnati percorsi su strade sterrate, le escursioni termiche e le numerose variazioni altimetriche. In compenso, le sistemazioni alberghiere sono di buona qualità, ottimi i ristoranti e nelle zone di Silvia e San Agustín le trattorie sono risultate pulite e il personale gentilissimo.

Libri consigliati:
Mille vite: Viaggio in Colombia di Silvia di Natale 2012 Google Books
Colombia la pace è nostra di Emanuele Profumi Amazon 2016
Colombia:un paese tra due oceani di Anna Maspero Google books2019
Colombia Antropologia di una guerra inteminabile 2019 Google Books
Prigioniera di Clara Rojas 2009 Google Books




Posted on: 2022/06/17, by :