Il “no” di Francesco ai mercantilismi per la salute
di Gian Paolo Zanetta|
|[…] Tutti sappiamo – ed è anche dimostrato – che vivere buone relazioni aiuta e sostiene gli infermi lungo l’intero percorso di cura, riaccendendo o incrementando in loro la speranza. È proprio la vicinanza dell’amore che apre le porte alla speranza, e anche alla guarigione. La persona malata è sempre e molto di più del protocollo – molto di più! – all’interno del quale la si inquadra da un punto di vista clinico – e si deve farlo -. Ne è prova il fatto che quando il malato vede riconosciuta la propria singolarità – la vostra esperienza può confermarlo – cresce ulteriormente la fiducia verso l’équipe medica e verso un orizzonte positivo. […] Non bisogna permettere che l’economia entri così prepotentemente nel mondo della sanità al punto da penalizzare aspetti essenziali come la relazione con i malati. In questo senso, lodevoli sono le diverse associazioni senza fini di lucro che pongono al centro le pazienti, sostenendo le loro esigenze e legittime domande e dando voce anche a chi, per la fragilità della sua condizione personale, economica e sociale, non è in grado di farsi sentire
[Dal discorso di Papa Francesco ai partecipanti al Congresso mondiale di Ginecologia oncologica ricevuti in Udienza l’11 settembre scorso]Il discorso che il Papa ha rivolto ai congressisti rientra nel solco delle più recenti dichiarazioni del Sommo Pontefice riguardante la visione cristiana della sanità e della cura del paziente e della centralità della persona nell’azione che i sistemi sanitari moderni devono svolgere. Ciò che colpisce del discorso è la forza dei concetti, la capacità di parlare al cuore degli operatori di solidarietà, di fiducia, di farsi prossimo di fronte alla sofferenza, la capacità di disegnare la risposta al bisogno sanitario come comprensione e vicinanza alle persone. E ciò enunciando anche principi scomodi e rigorosi. In particolare il disegno divino nella cura del prossimo viene visto: – nel sostegno reciproco e volontà di creare legami solidarietà; – nella cura integrale, intesa anche come apporto di speranza, buone relazioni, vicinanza dell’amore e quindi nella centralità della dimensione umana della cura.
Il monito, severo ma indispensabile nell’attuale contingenza, riguarda dapprima il rischio di una spersonalizzazione dell’intervento sanitario che, trascurando la persona, si trasforma in una anonima ed asettica attività di cura, che trasforma il paziente in numero. Il secondo richiamo, già più volte “gridato” da Papa Francesco riguarda la deriva economicistica della sanità, che fa diventare aspetto secondario la relazione interpersonale e privilegia, nei sistemi sanitari, la ricerca dell’equilibrio economico a danno della attenzione, anche spirituale ai bisogni, alle sofferenze, alla relazione con i malati.
Il mondo delle professioni sanitarie è particolarmente sensibile a tali tematiche e la platea del Santo Padre è stata, l’11 settembre, per far giungere in modo chiaro il forte messaggio della tutela della salute intesa in senso cristiano.
Posted on: 2020/09/16, by : admin