Il ritardo dei vaccini? Non ci dice nulla il precario rapporto “democrazia-governabilità”?

di Claudio Artusi|

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Il ritardo della disponibilità dei vaccini e soprattutto l’opacità delle ragioni addotte ci portano per riflesso condizionato a chiedere a gran voce che i beni di interesse primario per i popoli siano di competenza dello Stato o comunque dell’istituzione pubblica. È una reazione comprensibilissima, ma sterile, peraltro come tutte le posizioni assunte sull’onda dell’emotività e dello sdegno. Proviamo allora a chiederci cosa avremmo dovuto fare per non trovarci in questa situazione.

Se come presumevamo e presumiamo che i vaccini anti covid siano fondamentali per il futuro del mondo, avremmo dovuto individuare le case farmaceutiche ed i centri di ricerca più attrezzati per raggiungere l’obbiettivo di avere vaccini efficaci in tempi brevissimi e pagare loro i costi delle ricerche. In tal modo il “pubblico” sarebbe stato il proprietario dei vaccini e avrebbe potuto affidare ad una eventuale gara competitiva la produzione degli stessi.

È ovvio che sto semplificando e provocando! Siamo in una filiera in cui non è facile separare con una linea netta di demarcazione idea/concezione/studio di fattibilità/produzione/distribuzione, ma certo chi investe e conseguentemente chi paga ha diritto a proteggere i propri interessi (in questo caso pubblici) in modo molto, molto più efficace di chi si pone nel ruolo di compratore. Ancora una volta il modello capitalista e liberista mostra i suoi limiti nel costruire un rapporto virtuoso fra tutela degli interessi pubblici e generazione di profitti privati. Attorno a questo snodo valoriale, concettuale e normativo l’Occidente si gioca il suo futuro oggi più di ieri, perché la ricerca e l’innovazione fanno esplodere le contraddizioni insite nei modelli tradizionali.

Certo la salute, e ciò che la determina, è forse l’ambito in cui la sensibilità diviene più acuta. Ma pensiamo alle telecomunicazioni ed ai diritti sulle reti. Pensiamo alle piattaforme “social” ed al tema della eventuale censura. Pensiamo alle fonti energetiche ed alle frontiere che si aprono con l’abbandono degli idrocarburi. Il mondo del dopo Covid-19 ci costringerà ad una riflessione alta che coinvolga i rapporti “democrazia/governabilità”, “bene pubblico/interesse privato”. Intravedo l’alba di una nuova costituente sovranazionale. Nel mentre, in particolare sul tema vaccini, più trasparenza ci aiuterebbe a formarci una idea e a formulare un giudizio! 




Posted on: 2021/01/25, by :