La Chiesa italiana in “cammino sinodale”. A Torino l’ultima assemblea dell’arcivescovo Nosiglia

di Luca Rolandi|

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Ci sono due vescovi del Piemonte – Brambilla di Novara e Olivero di Pinerolo – tra i nuovi presidente delle commissioni episcopali eletti dalla 74ª assemblea Cei che si è svolta la scorsa settimana e ha dato avvio al cammino sinodale della Chiesa italiana, «secondo quanto indicato da Papa Francesco e proposto in una prima bozza della Carta d’intenti». Il Consiglio permanente costituirà un gruppo di lavoro per armonizzarne temi, tempi e forme. Il presidente Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, nella conferenza stampa finale: «La gente deve sentire che la Chiesa è una mamma e che ti tiene per mano. Altrimenti li perdiamo. Il Sinodo vuole essere una mamma che accompagna». «Quello della Chiesa italiana non è un vero Sinodo, è un cammino sinodale che parte da condizioni molto diverse da quelle della Germania che affronta problemi particolari».

Chiesa italiana in cammino sinodale e chiesa torinese in assemblea. Venerdì scorso, infatti, si è svolta la prima sessione con gli interventi del prof. Franco Garelli e del teologo don Duilio Albarello. Nella sala convegni del Santo Volto circa 200 delegati, altri 250 collegati con i dispositivi telematici. ‘Andate, siate lievito del Regno’.

Una chiesa che ascolta, fa discernimento e guarda al futuro.

Le prossime sezioni a metà giugno e settembre. La Chiesa torinese si è interrogata nel tempo della pandemia su come reimpostare la propria missione pastorale. I temi sono mutati e le comunità, i preti, i religiosi e i laici chiedono soprattutto di rivedere e aggiornare le modalità di testimonianza e impegno nella storia e nel mondo dei cristiani. Mons. Cesare Nosiglia, che ha presieduto la sua ultima assemblea diocesana, ha ricordato come «La sinodalità non sia fine a sé stessa ma è missionarietà, ovvero Dna di ogni cristiano». Mentre prende il largo il toto successore, l’arcivescovo di Torino prosegue la sua missione pastorale e indica le priorità che sono poi sintetizzate dal documento del Convegno nazionale di Firenze della chiesa italiana del 2015.

La necessità di ritrovare il lievito profetico

Importanti le indicazioni e anche gli interrogativi proposti dal sociologo Franco Garelli che ha parlato di una Chiesa in difficoltà e che nonostante le mille risorse non è più capace di incidere in molti settori. Certo il sociale e l’impegno per alleviare la sofferenza delle persone più povere, sole e malate è ancora molto importante, ma resta fondamentale continuare nel cammino di riforma delle strutture per essere più efficaci nella testimonianza del Vangelo. Il teologo Albarello ha invece parlato di conversione pastorale, di unione e sintonia tra teologia e catechesi, cultura ed evangelizzazione. Troppo spesso in questi decenni si è agito senza coordinamento e lievito profetico nell’indicare la proposta cristiana nella città dell’uomo partendo dalla dimensione feriale: «Si tratta di immaginare un cattolicesimo ad alta intensità evangelica, incaricato di testimoniare in maniera credibile l’umanesimo in Cristo», per riannodare il legame tra libertà personale con la responsabilità e la fraternità comunitaria.




Posted on: 2021/05/31, by :