La disuguaglianza uccide come e più della pandemia.

di Anna Paschero |

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Apparirà paradossale, ma la pandemia nella sua dimensione globale ha scoperchiato, più di altre situazioni, il vaso di Pandora della diseguaglianza sociale. L’ha fatto offrendo un termine di confronto quotidiano, ricordando il numero delle vittime, la provenienza, la reazione degli Stati, le percentuali di vaccinati in diverse parti del mondo ed tanti altre pagine con cui si è ricomposto il libro della ricchezza e della povertà nel mondo. E il tutto, se vogliamo, lo ritroviamo scientificamente provato è nell’ultimo rapporto OXFAM “Inequality Kills” appena pubblicato in occasione del World Economic Forum di Davos.

Dall’inizio della pandemia in Europa e nel Regno Unito la ricchezza dei miliardari è aumentata di 642 miliardi – un aumento del 46% – mentre il 99% della popolazione più povera lo è ancora di più a causa della Covid-19. Questa situazione provoca la morte di 21.300 persone al giorno per mancanza di accesso all’assistenza sanitaria, per violenza di genere, fame, disgregazione sociale e climatica. Nel mondo, 163 milioni di persone in più sono cadute in povertà; in Italia, nel solo anno 2020, sono state un milione, 400.000 famiglie che hanno dovuto ridurre i loro consumi per l’impossibilità di farvi fronte. L’allargamento delle disuguaglianze sta lacerando la convivenza civile e il nostro pianeta.

OXFAM Italia ci ricorda che è il modo in cui le nostre società e le nostre economie funzionano a produrre disuguaglianza. La pandemia da coronavirus ha peggiorato le disparità già preesistenti nel nostro Paese così come nei Paesi di tutto il mondo: “le politiche economiche e la cultura politica e sociale stanno perpetuando la ricchezza e il potere di pochi privilegiati a detrimento della maggioranza dell’umanità e del pianeta”. È quanto accade non è casuale ma per scelta, quando le politiche vanno a favore delle persone più ricche e più potenti. Questa situazione potrebbe essere evitata, continua il rapporto, se in Italia si riuscisse a superare il tabu politico, per quasi tutti i partiti, dell’istituzione di una imposta patrimoniale una tantum sul patrimonio di miliardari e multimilionari.

Prelievo una tantum sui “Paperon de’ Paperoni”

Nell’Unione Europea e nel Regno Unito avrebbe un gettito di 424 miliardi di euro annui, equivalenti a 5 volte il budget settennale dell’Unione Europea per la cooperazione allo sviluppo e 140 volte il contributo dato dagli stati membri europei per la donazione di vaccini ai Paesi più poveri. Con un prelievo una tantum sulle 10 persone più ricche al mondo si potrebbe, pur consentendo a queste persone di essere più ricche di 8 miliardi rispetto a prima della pandemia, di produrre, a livello globale, sufficienti vaccini contro il virus per ogni abitante della Terra, fornire assistenza sanitaria e protezione sociali universali e finanziare la lotta contro i cambiamenti climatici.

Dalla lettura del rapporto emergono critiche verso i provvedimenti fiscali e sociali assunti anche dal Governo italiano, seguite da raccomandazioni ad intervenire in alcuni ambiti, come quello che riguarda il sistema fiscale, verso la cui revisione l’Italia ha già compiuto un primo passo con l’approvazione della Legge di Bilancio 2022. Tale impianto, tuttavia, “ha sacrificato la funzione redistributiva della leva fiscale, non ha affrontato la ricomposizione del prelievo e non ha tenuto conto dell’obiettivo di rafforzare l’equità orizzontale del sistema d’imposizione”.

Mancando oggi uno spazio politico per una riforma in grado di recuperare tali limiti, il rapporto auspica che le molteplici e contraddittorie indicazioni dell’attuale maggioranza al governo, portino quanto meno a non sacrificare la riforma del catasto, a non ridurre il prelievo sui redditi finanziari e di capitale, a non perpetrare l’attuale sistema di tassazione separata sui redditi immobiliari.

Salario minimo e aumento delle retribuzioni

Altro ambito riguarda il lavoro: innalzamento dei salari minimi – in Italia i più bassi d’Europa – e interventi redistributivi che riducano la svalutazione del fattore lavoro e impediscano di ricorrere a forme contrattuali atipiche e poco remunerate, rafforzando la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. La ripresa occupazionale avvenuta nel 2021 non è trainata da lavoro stabile e il rischio è quello di doverci proiettare nuovamente nella situazione pre pandemica.

L’appello di OXFAM chiude con una nota di speranza: è possibile recuperare tale situazione ridisegnando in modo radicale le economie di tutto il mondo per indirizzarle all’uguaglianza, riducendo le ricchezze estreme attraverso una tassazione progressiva, investendo in misure pubbliche forti per spostare coraggiosamente il potere nell’economia e nella società e creare un’economia in cui la disuguaglianza non può più uccidere. Il futuro è uguale per tutti.

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