La sfida liberale: il “White Book Europe 2030”

di Pietro Terna|

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Liberale è un termine che piace a tanti, evviva, ma proviamo a mettere in fila un po’ di idee in quella prospettiva. A Bruxelles è stato appena presentato1 il Liberal White Book Europe 2030 che ben rappresenta le sfide liberali in 300 pagine che spaziano dalle politiche istituzionali, alla sostenibilità, a democrazia e Stato di diritto (il bel termine inglese è “rule of law”), al mercato interno, al mondo digitale e dell’E-commerce, alla politica internazionale e di sicurezza, alla Unione monetaria europea (per arrivare a una versione 3.0), alle politiche sociali.

Tutti temi attraversati dalle libertà individuali e dall’uguaglianza tra le persone. Il libro è open online, vale la pena di leggerlo; se non si concorda su alcune delle analisi, vale la pena di discutere, soprattutto perché i promotori, vale a dire l’European Liberal Forum2, di cui fa parte il torinese Centro Einaudi3, hanno nel loro DNA l’impegno per la discussione dei temi liberali. La presentazione è stata preceduta da una giornata di confronti in gruppi di lavoro, gettando le basi per altri passi da sviluppare nelle analisi in corso.
Bruxelles


Il gruppo “Istituzioni e giustizia”

In questo gruppo è emerso in modo prepotente il tema della transnazionalità, da tradurre in iniziative, agende di discussione, movimenti. Il Parlamento europeo si propone di introdurre liste transnazionali in cui tutti i cittadini europei possano votare gli stessi candidati in un collegio elettorale europeo comune4. Personalmente attribuisco una grande importanza alla questione, sia per il valore liberale implicito, sia per la capacità di distruggere i muri che suddividono i popoli d’Europa, tra loro e verso i nuovi cittadini immigrati; sia infine – ed è la cosa più importante ¬ per appassionare nuovamente i giovani alla politica. Mia opinione: non è vero che i giovani siano lontani dai grandi temi sociali, sono lontani dai partiti rappresentati nella forma che conosciamo.

Il gruppo “Politica estera, vicinato e allargamento”.

Considerando il vicinato su scala planetaria, l’Afghanistan o il conflitto di questi giorni tra Francia e Australia sulla fornitura di sottomarini nucleari, diventano problemi di casa. Ecco il motivo per cui il gruppo ha discusso anche un tema completamente negletto in Italia, cioè la difesa comune (affrontato da La Porta di Vetro il 22 settembre in https://www.laportadivetro.org/wp-content/uploads/2021/08/model_edr.pdf. Avere una pletora di apparati militari, non tutti integrabili, è contemporaneamente costosissimo e inefficace. L’Europa potrebbe spendere di meno e contare di più. Pur senza nessuna prospettiva guerresca, ben sappiamo che non si discute con forza di grandi equilibri se non si è completi nella politica estera. Si pensi alla “via della seta” con cui la Cina cambia il continente asiatico, e si avvicina a quello europeo, in termini di potere; si pensi alla geopolitica dell’energia; ai grandi equilibri industriali per il 5G e dintorni, per l’intelligenza artificiale, per i semiconduttori.

Il gruppo “Digitale, cybersicurezza e nuove tecnologie”

Questo terzo gruppo si è concentrato su argomenti come il 5G che, già ora e ancor più nella prospettiva di ulteriori progressi, cambia l’interconnessione della società. Una lettura molto concreta, soffermandosi sui costi, per cui il 5G soprattutto abbatte gli oneri per i collegamenti rispetto a quella che a oggi è in ogni caso la tecnologia principe, vale a dire la fibra ottica. Grande dubbio: gli aspetti positivi sono certi, ma occorre tenere d’occhio quelli negativi. Non le sciocchezze di complottisti, ma il realistico effetto di chi domina il commercio mondiale tramite l’e-commerce, da Amazon a Alibaba, con Walmart sullo sfondo, che hanno rafforzato la natura dell’oligopolio in una macchina di governo economico sempre più dominante. Su quest’ultimo tema è molto attivo il Centro Einaudi, con una ricerca sui cybermercati di cui segnalo un primo lavoro pubblicato5e altri due in arrivo.

L’incontro di Bruxelles ha anche avuto un momento propriamente politico, con una discussione con Guy Verhofstadt (nella foto di copertina), membro del Parlamento europeo dove è presidente del Gruppo dell’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa, e con un passato di ministro e vicepresidente del consiglio in Belgio. Un vero personaggio transnazionale, capace – tornando al primo tema dei gruppi di lavoro – di interpretare una visione che può essere coerente con il mondo di interessi dei giovani. _______