La strage di Ustica: 42 anni dopo, colpevole senza nome
di Vice|
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Per non dimenticare: 27 giugno 1980, il Dc-9 della compagnia aerea Itavia scompare dai radar alle 20 e 59 nel Tirreno meridionale, tra le isole di Ponza e Ustica. Non è un incidente aereo come si tende impropriamente a dire: è uno dei troppi, numerosi buchi neri della storia italiana. L’aereo era decollato con alcune ore di ritardo dall’aeroporto Bologna Borgo Panigale. Stessa città in cui il 2 agosto dello stesso anno esploderà una bomba alla Stazione centrale, causando oltre 200 morti. Il Tirreno diventa la tomba 81 persone innocenti, 77 passeggeri e quattro membri dell’equipaggio. Ottantuno persone sulle quali si ammucchierà per quarant’anni una montagna di falsità, depistaggi, reticenze, silenzi imbarazzanti, omissioni, tesi inverosimili, segreti di stato, il tutto seguito da altri misteri e condito da morti sospette, inchieste giudiziarie e processi, imputati eccellenti, testimonianze e grandi pagine di giornalismo. E la strage di Ustica diventerà sinonimo di “muro di gomma”.
Le indagini sulla tragedia dell’Itavia porteranno a concludere che l’aereo si sarebbe trovato in uno scenario di guerra, sulla linea di fuoco di uno scontro aereo tra un caccia della Nato e un aereo libico. Negli anni, si scoprirà che in quel cielo sopra Ustica gli aerei da combattimenti erano più di uno e appartenente a più forze aeree: francesi, belghe, americane, britanniche, italiane. Nel febbraio 2007, il Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio dei Ministri, attribuì la responsabilità involontaria dell’abbattimento a un missile francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, e che furono i servizi segreti italiani ad informare lui e l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato dell’accaduto. Secondo Cossiga, il missile aveva come bersaglio un velivolo libico su cui si sarebbe trovato il leader libico Gheddafi. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Cassazione, della sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di Trasporti e Difesa dal tribunale di Palermo (in https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Ustica).
Quarantadue anni dopo, la strage di Ustica non ha ancora un colpevole certo. Un motivo in più per non arrendersi nella ricerca della verità.
Posted on: 2022/06/27, by : admin
Le indagini sulla tragedia dell’Itavia porteranno a concludere che l’aereo si sarebbe trovato in uno scenario di guerra, sulla linea di fuoco di uno scontro aereo tra un caccia della Nato e un aereo libico. Negli anni, si scoprirà che in quel cielo sopra Ustica gli aerei da combattimenti erano più di uno e appartenente a più forze aeree: francesi, belghe, americane, britanniche, italiane. Nel febbraio 2007, il Presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio dei Ministri, attribuì la responsabilità involontaria dell’abbattimento a un missile francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau, e che furono i servizi segreti italiani ad informare lui e l’allora ministro dell’Interno Giuliano Amato dell’accaduto. Secondo Cossiga, il missile aveva come bersaglio un velivolo libico su cui si sarebbe trovato il leader libico Gheddafi. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Cassazione, della sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di Trasporti e Difesa dal tribunale di Palermo (in https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Ustica).
Quarantadue anni dopo, la strage di Ustica non ha ancora un colpevole certo. Un motivo in più per non arrendersi nella ricerca della verità.
Posted on: 2022/06/27, by : admin