L’ASSOCIAZIONE

 

L’associazione La Porta di Vetro è nata il 9 aprile del 2013 con l’intento di analizzare e dibattere di alcuni temi principali quali la politica italiana, l’intercultura e l’immigrazione e i rapporti industriali. I soci fondatori sono Stefano Maria Cavalitto, Angelo Corrù, Armando Francia, Mauro Nebiolo Vietti, Pietro Terna, Gian Paolo Zanetta e Michele Ruggiero (presidente). La sua pubblicazione di riferimento è la rivista omonima La Porta di vetro sia in formato cartaceo, sia versione on line, insieme alla newsletter distribuita periodicamente con gli articoli apparsi sul sito.

 

 

POLITICA

La patria non è un territorio; il territorio non è che la base. La patria è l’idea che sorge su quello; è il pensiero d’amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché uno solo tra i vostri fratelli non è rappresentato dal proprio voto nello sviluppo della vita nazionale – finché uno solo vegeta ineducato fra gli educati – finché uno solo, capace e voglioso di lavoro, langue per mancanza di lavoro, nella miseria – voi non avrete la patria come dovreste averla, la patria di tutti, la patria per tutti.
Giuseppe Mazzini

 

 

Ogni epoca presenta due facce, e il vedere l’una o l’altra dipende dalla posizione in cui ci mettiamo (raramente riusciamo a metterci in una posizione da cui si possono vedere tutte e due). Di qui la straordinaria ambiguità della storia dell’uomo (che corrisponde del resto alla contraddittorietà della natura umana), dove il bene e il male si contrappongono, si mescolano e si confondono.
Norberto Bobbio

 

 

Ciascuno di noi mette in comune la sua persona e ogni suo potere sotto la suprema direzione della volontà generale; e riceviamo in quanto corpo ciascun membro come parte indivisibile del tutto.
Jean Jacques Rousseau

 

 

 

Il Presidente Emerito della Repubblica Napolitano ha raccomandato: Non si deve confondere la crisi della politica con la crisi della democrazia. E’ quindi la politica ad essere in crisi: crisi di fiducia dei cittadini nei confronti dei partiti politici, nei confronti delle istituzioni, nei confronti de “l’homo politicus”.

Recenti avvenimenti fanno riflettere:

La scarsa affluenza alle elezioni, unita alla diffusa sfiducia nelle istituzioni, è sintomo preciso di malessere nei confronti di un tradizionale concetto di democrazia rappresentativa (a differenza degli Stati Uniti dove l’affluenza al voto è scarsa, ma alto è il rispetto delle istituzioni).

Anche i classici strumenti di democrazia diretta sono in crisi: all’ultima competizione referendaria ha partecipato la percentuale più bassa di cittadini. Nella politica italiana, forse in maniera più eclatante di altre realtà europee, si stanno manifestando alcuni fenomeni di grande cambiamento, non sempre positivo, rispetto al passato:
  • Il carattere individualistico della società;
  • lo svuotamento o la trasformazione, in negativo, di alcuni principi che avevano caratterizzato le società occidentali del secondo dopoguerra, quali la partecipazione, la tolleranza, la ricerca e la costruzione delle idee e dei programmi, attraverso il confronto ed il dubbio, la solidarietà verso i più deboli o sfortunati della società: oggi la tolleranza si sta trasformando in indifferenza ed il dubbio, come strumento filosofico di riflessione, in cinismo;
  • il sacrificio, per effetto della grande paura, di quote sempre maggiori della propria e dell’altrui libertà, in nome della sicurezza;
  • la messa in discussione del principio della suddivisione dei poteri e dell’indivisibilità del nostro Paese;
  • il potere dilagante ed a volte distorto dell’informazione, in cui la manipolazione delle notizie si trasforma in arma per colpire chi ha la pretesa di ragionare e di ricercare la verità.;

    Come recuperare la sfiducia, rimettere in moto la politica “vera” e contribuire a costruire una “società giusta”?
    O meglio, è possibile questo?


    Trovare una forma di associazione che difenda e protegga con tutta la forza comune la persona ed i beni di ciascun associato, e per la quale ciascuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e resti libero come prima.
    J.J. Rousseau

  • IMMIGRAZIONE

    La riflessione si sviluppa a partire da alcuni interrogativi principali: se il fenomeno migratorio abbia un ruolo nel ciclo economico di un Paese; se il Paese ospite debba o meno porre in essere atti finalizzati all’integrazione dell’immigrato o, invece, ne debba rispettare l’identità culturale.

    Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci… I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere, ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.

    Relazione del 1912 dell’Ispettorato per l’Immigrazione sugli immigrati italiani


    RAPPORTI INDUSTRIALI

    La riflessione si sviluppa a partire da alcuni interrogativi principali:
    Se, alla luce delle attuali dinamiche sociali ed industriali, sia ragionevole riflettere su un ruolo di partecipazione dei lavoratori nelle scelte dell’impresa;
    Se, riconosciuto il sopraddetto ruolo partecipativo ai lavoratori, ne consegua una dinamica salariale collegata ai risultati economici ed agli utili dell’impresa.

    “ ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”

    Art. 46 della Costituzione della Repubblica