L’Italia vola a Tokio. Ora tocca al Paese farlo con le riforme

di Menandro|

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Nella serata del primo agosto a Tokio, nella frazione di pochi minuti, l’Italia olimpica ha i piedi alati: è la nazione più veloce e che vola più in su nel “blu dipinto di blu” del mondo. E lo fa nella regina degli sport, l’atletica leggera. Marcell Jacobs, sui centro metri piani, e Gianmarco Tamberi, capitano della squadra di atletica, nel salto in alto, sono i numeri uno. Questo primo agosto 2021, per le emozioni che ha regalato nello sport, non lo si dimenticherà mai: entra di diritto nella cineteca della vita di un Paese dalla porta principale, quella della leggenda.

Come il giorno in cui nel settembre del 1960, quando Livio Berruti vinse con la “sua curva” i 200 metri e Abdon Pamich la marcia dei 50 chilometri alle Olimpiadi di Roma; come a Mosca nel 1980, quando sui 200 metri Pietro Mennea si mise al collo la medaglia d’oro olimpica a coronamento di una straordinaria carriera. L’Italia sale due volte sul podio più alto.

Ma se in pista l’Italia è la più veloce, il Paese rimane il più lento, tra quelli occidentali, nel riformare se stesso. Ora non vi sono più alibi, né scuse per la classe politica. Lo sport ha dimostrato, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che le gambe e i muscoli sono soltanto un mezzo, se non vi sono testa e pensiero a guidare verso obiettivi chiari e condivisi da un gruppo.




Posted on: 2021/08/01, by :