Lo strabismo di Cgil, Cisl e Uil su “bonus” e manovra
di Adriano Serafino|
|L’Istituto “Bruno Leoni” promuove le “idee per il libero mercato”. È sorprendente però e per alcuni versi, come vedremo, che sia il pensiero liberale a contestare com’è congegnato il Superbonus per l’edilizia (rifacimento facciate) che determina iniquità sociale e un’ingente spesa (30 miliardi) a carico dello Stato, della collettività. Cgil, Cisl e Uil si sono divise, fino a proclamare uno sciopero generale non unitario con quanto consegue, per “la goccia che ha fatto travalicare il vaso” del mancato contributo di solidarietà da parte dei redditi elevati (sopra i 75.000 €), ma ben poco hanno detto per trasformare il dispendioso bonus del 110% (che determina anche bolle e truffe) per i redditi ben sopra la media e per quelli elevati.
Perché può accadere questo? Perché i segretari confederali si trasformano in moderni Robin Hood, ma, ahinoi, strabici o miopi? L’articolo dell’Istituto gli riserva una severa e giustificata frecciata e scrive: “[…] I nostri Robin Hood non si sono però accorti che la più rilevante manovra fiscale in atto, quella appunto del bonus, avvantaggia proprio le classi di reddito più elevate”.1
Se per il bonus 110% i sindacati sono stati colpevolmente “strabici” non deve stupire, purtroppo, più di tanto, se ricordiamo il disinteressamento avuto sulla vicenda della riforma del catasto che nella manovra di Bilancio 2022 è stata edulcorata rispetto alle stesse intenzioni del premier Mario Draghi. Eppure il patrimonio casa è stato costantemente rivalutato con significativi contributi, come le detrazione d’imposta, per opere di ammodernamento e di ristrutturazione.
Quando Cgil, Cisl, Uil si distinguono per la loro capacità di sommatoria di pur giustificate richieste, tanto più si può sottolineare la loro colpevole “dimenticanza” che lo Stato non “è un pozzo di San Patrizio” e non basta certamente ripetere “vogliamo la progressività delle tasse” e “lotta all’evasione”, se poi chiudono “orecchie e occhi” di fronte a vicende come il bonus 110% e la riforma del catasto
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Perché può accadere questo? Perché i segretari confederali si trasformano in moderni Robin Hood, ma, ahinoi, strabici o miopi? L’articolo dell’Istituto gli riserva una severa e giustificata frecciata e scrive: “[…] I nostri Robin Hood non si sono però accorti che la più rilevante manovra fiscale in atto, quella appunto del bonus, avvantaggia proprio le classi di reddito più elevate”.1
Se per il bonus 110% i sindacati sono stati colpevolmente “strabici” non deve stupire, purtroppo, più di tanto, se ricordiamo il disinteressamento avuto sulla vicenda della riforma del catasto che nella manovra di Bilancio 2022 è stata edulcorata rispetto alle stesse intenzioni del premier Mario Draghi. Eppure il patrimonio casa è stato costantemente rivalutato con significativi contributi, come le detrazione d’imposta, per opere di ammodernamento e di ristrutturazione.
Quando Cgil, Cisl, Uil si distinguono per la loro capacità di sommatoria di pur giustificate richieste, tanto più si può sottolineare la loro colpevole “dimenticanza” che lo Stato non “è un pozzo di San Patrizio” e non basta certamente ripetere “vogliamo la progressività delle tasse” e “lotta all’evasione”, se poi chiudono “orecchie e occhi” di fronte a vicende come il bonus 110% e la riforma del catasto
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