Nicola, il sindaco green delle piccole cose
di Mercedes Bresso|
|La morte di Nicola De Ruggiero chiude troppo presto un percorso politico e umano esemplare. Nicola era uno di quei sindaci della cintura industriale torinese arrivati in Piemonte e all’impegno politico negli anni del grande sviluppo industriale e della crescita della sinistra in quei territori. Era un medico e fin dal suo primo mandato a Rivalta Torinese, nel 1993, l’anno in cui furono eletti i primi sindaci con il voto diretto, aveva capito l’importanza dell’ambiente, particolarmente nei luoghi di lavoro e nelle vicinanze delle grandi fabbriche.
Ci siamo conosciuti in quegli anni perché io ero stata eletta in Consiglio Regionale come indipendente nel PCI proprio per le mie competenze nell’economia dell’ambiente ed ero allora prima presidente della Commissione Ambiente e poi (1994) assessore alle risorse idriche e ai parchi. Ma ero anche presidente di una associazione dal nome significativo “Ambiente e lavoro” nata a seguito dell’incidente di Seveso. Fui contattata da quel giovane sindaco per un grave problema ambientale: sulle sponde del Sangone erano state accumulate terre di fonderia e rifiuti industriali pericolosi e bisognava intervenire. Quegli anni furono caratterizzati da un’infinità di questi casi, tristi lasciti del passato industriale di tanti comuni del nostro Piemonte. Ricordo tra i più drammatici Trino, con la centrale nucleare da dismettere e Casale, con il dramma dell’Eternit. Così iniziammo a collaborare per risanare il Sangone e più in generale per risanare i tanti guasti ambientali prodotti da un secolo di industrializzazione senza regole. Ricordo che la prima legge sulla depurazione delle acque è del 1976 e quelle su aria e rifiuti sono successive. Poi io divenni Presidente della Provincia e la collaborazione continuò. Per entrambi era centrale il tema, come dicevamo allora, dell’ambiente interno e esterno di lavoro e di vita. Ho visto con piacere che l’impegno sulla bonifica e rinaturalizzazione del Sangone ha continuato ad essere una costante dell’impegno di Nicola come sindaco dal ‘93 al 2002 e poi negli ultimi anni quando aveva riconquistato Rivalta. Quando nel 2005 vinsi le elezioni in Regione lo chiamai a fare l’assessore all’ambiente, per due ragioni, principalmente: perché era stato sindaco e conosceva quindi la difficoltà (e l’orgoglio) del fare e perché era appassionato di ambiente nel modo giusto, non con astratti proclami su che cosa si dovrebbe fare, ma con la tenacia di chi vuole ottenere dei risultati concreti per i cittadini.
Vorrei fare un esempio piccolo ma significativo: la campagna lanciata con i supermercati per i contenitori “ricaricabili” dei detersivi, evitando di gettare plastiche sporche di prodotti chimici. E uno più grande: il completamento del sistema dei parchi piemontesi e degli ecomusei del territorio. Ho scelto questi esempi perché ci ricordano che le battaglie per l’ambiente devono sempre avere due caratteristiche: essere globali nella concezione ed essere locali nella attuazione. Qui ed ora, cominciando da noi, dalla nostra vita quotidiana, dai nostri luoghi di lavoro, dalla nostra città.
Nicola era questo tipo di ambientalista, sorridente e gentile, ma anche tenace e proteso verso i risultati, piccoli o grandi che fossero. È così che si era fatto amare dai suoi concittadini che lo hanno eletto per ben tre volte: attento all’ambiente e al territorio, non come un’entità astratta ma come luogo dove la vita delle persone potesse essere migliore.
Posted on: 2021/04/20, by : admin
Ci siamo conosciuti in quegli anni perché io ero stata eletta in Consiglio Regionale come indipendente nel PCI proprio per le mie competenze nell’economia dell’ambiente ed ero allora prima presidente della Commissione Ambiente e poi (1994) assessore alle risorse idriche e ai parchi. Ma ero anche presidente di una associazione dal nome significativo “Ambiente e lavoro” nata a seguito dell’incidente di Seveso. Fui contattata da quel giovane sindaco per un grave problema ambientale: sulle sponde del Sangone erano state accumulate terre di fonderia e rifiuti industriali pericolosi e bisognava intervenire. Quegli anni furono caratterizzati da un’infinità di questi casi, tristi lasciti del passato industriale di tanti comuni del nostro Piemonte. Ricordo tra i più drammatici Trino, con la centrale nucleare da dismettere e Casale, con il dramma dell’Eternit. Così iniziammo a collaborare per risanare il Sangone e più in generale per risanare i tanti guasti ambientali prodotti da un secolo di industrializzazione senza regole. Ricordo che la prima legge sulla depurazione delle acque è del 1976 e quelle su aria e rifiuti sono successive. Poi io divenni Presidente della Provincia e la collaborazione continuò. Per entrambi era centrale il tema, come dicevamo allora, dell’ambiente interno e esterno di lavoro e di vita. Ho visto con piacere che l’impegno sulla bonifica e rinaturalizzazione del Sangone ha continuato ad essere una costante dell’impegno di Nicola come sindaco dal ‘93 al 2002 e poi negli ultimi anni quando aveva riconquistato Rivalta. Quando nel 2005 vinsi le elezioni in Regione lo chiamai a fare l’assessore all’ambiente, per due ragioni, principalmente: perché era stato sindaco e conosceva quindi la difficoltà (e l’orgoglio) del fare e perché era appassionato di ambiente nel modo giusto, non con astratti proclami su che cosa si dovrebbe fare, ma con la tenacia di chi vuole ottenere dei risultati concreti per i cittadini.
Vorrei fare un esempio piccolo ma significativo: la campagna lanciata con i supermercati per i contenitori “ricaricabili” dei detersivi, evitando di gettare plastiche sporche di prodotti chimici. E uno più grande: il completamento del sistema dei parchi piemontesi e degli ecomusei del territorio. Ho scelto questi esempi perché ci ricordano che le battaglie per l’ambiente devono sempre avere due caratteristiche: essere globali nella concezione ed essere locali nella attuazione. Qui ed ora, cominciando da noi, dalla nostra vita quotidiana, dai nostri luoghi di lavoro, dalla nostra città.
Nicola era questo tipo di ambientalista, sorridente e gentile, ma anche tenace e proteso verso i risultati, piccoli o grandi che fossero. È così che si era fatto amare dai suoi concittadini che lo hanno eletto per ben tre volte: attento all’ambiente e al territorio, non come un’entità astratta ma come luogo dove la vita delle persone potesse essere migliore.
Posted on: 2021/04/20, by : admin