Patrick Zaki è libero, il suo destino non ancora

di Menandro|

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Dopo 22 mesi di carcere, alla terza udienza nel tribunale di Mansoura, Patrick Zaki, lo studente universitario a Bologna, è finalmente libero. Ma il suo destino è ancora nelle mani della magistratura egiziana che lo giudicherà nell’udienza prevista il 1°° febbraio. La giustizia di al-Sisi, l’uomo forte del Cairo, infatti, non lo ha assolto dalle accuse – diffusione di notizie false – con le quali era stato arrestato al suo arrivo in patria da Bologna.

Patrick Zaki aveva scritto una serie di articoli sulle persecuzioni subiti dai cristiani coopti in Egitto. Il 7 febbraio del 2020 era stato arrestato. E sarebbe scomparso dai radar se in Italia, a Bologna, con l’aiuto di più organizzazioni umanitarie (Amnesty International in primis), non si fosse attività un vasto movimento di opinione eterogeneo a favore della sua liberazione.

Il che stride con quanto affermato dal ministro degli esteri Luigi Di Maio che nel ringraziare il corpo diplomatico per il risultato ottenuto ha sottolineato che la Farnesina continuerà a “lavorare silenziosamente”. Straordinaria metamorfosi per chi soltanto qualche anno fa si distingueva con ogni tipo di epiteto colorito lanciato da ogni piazza d’Italia per incitava poi le masse a contestare tutto e il contrario di tutto al seguito del tribuno maximo del movimento Cinquestelle.

Evidentemente, l’elevata esperienza acquisita e accumulata a livello governativo dal ministro Di Maio lo induce oggi a privilegiare soltanto i canali istituzionali e a dimenticare gli interventi esterni, nelle piazze, davanti ai municipi, sempre pacati e mai volgari, di chi è riuscito a toccare il cuore di milioni di italiani per la sorte di Zaki.

Ma dinanzi alla metamorfosi plastificata del ministro Di Maio, si è contrapposto a distanza proprio Patrick Zaki che ha ringraziato per quello che “l’Italia e l’Ambasciata” hanno fatto per lui. Un’altra lezione per chi è arrivato al potere sulla spinta di sudati “vaffa”.




Posted on: 2021/12/07, by :