Politica industriale auto: proposta di Giachino e intervento della Fiom

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Per alcuni versi può sembrare il classico uovo di colombo e neppure così originale. Ma, nel deserto delle iniziative per costruire una politica industriale, auspicato da La Porta di Vetro nella rubrica di Claudio Artusi,1 l’ennesima uscita del vulcanico Mino Giachino, punto di riferimento dell’associazione Si Tav Si Lavoro si candida a scuotere il grigio panorama politico. Giachino, già sottosegretario ai Trasporti nell’ultimo governo Berlusconi, in una nota all’Ansa sostiene che l’Italia ha bisogno di una politica industriale dell’auto perché un settore importante dal punto di vista occupazionale e con notevoli ricadute sulla ricerca e sulla innovazione. La proposta di Giachino teoricamente non fa una piega: si tratta di istituire un tavolo dei parlamentari delle Regioni che ospitano stabilimenti auto e mezzi pesanti.
All’iniziativa si dovrebbe poi associare una risoluzione parlamentare con l’obiettivo di impegnare il Governo a intervenire urgentemente a favore del settore. Secondo Giachino, l’industria dell’auto viene chiamata la fabbrica delle fabbriche per la quantità di innovazione e di ricadute che ha sulla economia produttiva, “ma stranamente solo nel nostro Paese non ha mai avuto la immagine positiva che ha negli altri Paesi produttori”. E aggiunge: “gli ultimi due Governi, penalizzati dalla visione miope o dalla incompetenza grillina, non hanno previsto adeguati stanziamenti per il rinnovo del parco circolante auto e tir, non solo con mezzi elettrici ma anche con Euro 6, che avrebbe aumentato notevolmente la sicurezza stradale, avrebbe diminuito notevolmente l’inquinamento e avrebbe dato una spinta alla produzione auto e Tir che da tempo sono in difficoltà”.

La proposta di Giachino è stata commentata all’Adnkronos dal segretario piemontese della Fiom-Cgil ed ex deputato Giorgio Airaudo, che non ha negato l’utilità dello strumento parlamentare. Del resto, il settore auto in Italia è ai minimi storici e deprivato da una serie politica industriale rischia un ulteriore depauperamento. Secondo Airaudo, vi sono due fondamentali da coniugare nell’interesse del settore: 1 conoscere le intenzione di Stellantis rispetto a produzione e progettazione in Italia; 2) quali sono le intenzioni del Governo per dotarsi di un piano nazionale sulla falsariga di quanto definito da Francia e Germania.

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