Punture di spillo: la “Sicurezza” secondo Xí Jìnpíng

a cura di Pietro Terna|

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“La palla di fuoco di un’esplosione nucleare impiega circa 10 secondi per raggiungere le sue dimensioni massime. Un’esplosione nucleare rilascia grandi quantità di energia sotto forma di esplosione, calore e radiazioni. Un’enorme onda d’urto raggiunge velocità di molte centinaia di chilometri all’ora”.

Non si tratta dell’inizio di un romanzo di fantascienza, ma dell’esposizione, senza enfasi, degli effetti diretti di un’esplosione nucleare, come riportata nel sito web1 della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari (ICAN, dall’inglese International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), coalizione globale della società civile.

L’ho letta mentre ascoltavo chi, con tono salottiero, discuteva di possibile escalation nucleare della guerra. È una descrizione che rimuoviamo dalla nostra percezione del reale, come una scena di un film, ma le bombe nucleari pesano su tutti noi: una assoluta follia collettiva.

Le proposte al Forum di Boao

Una descrizione che dobbiamo avere ben presente mentre ragioniamo di politica estera o di politica commerciale nel 2022. Si tratta di argomentazioni che usano la guerra come fulcro per le proprie leve. In questa prospettiva, il riferimento centrale non è a Biden, né tanto meno a Putin il distruttore, ma a Xí Jìnpíng, il leader della Tigre asiatica, con la sua aria da gattone benevolente che ha già deciso quello che sarà il nostro destino.

Intervenendo ad aprile in video2 al Forum di Boao – località3 della provincia cinese di Hainan, dove si svolge quello che è considerato il forum di Davos dell’Asia – il presidente cinese ha esordito parlando di pace e cooperazione: “Le difficoltà e le sfide sono un ulteriore promemoria del fatto che l’umanità è una comunità con un futuro condiviso in cui tutti i popoli crescono e cadono insieme, e che tutti i Paesi devono seguire la tendenza dei tempi caratterizzata da pace, sviluppo e cooperazione win-win e devono muoversi nella direzione di costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità, affrontando le sfide per costruire un futuro luminoso attraverso la cooperazione”.


Poco oltre, dopo aver citato un motto4 di un improbabile antico filosofo cinese, ha affermato che: “Per promuovere la sicurezza per tutti nel mondo, la Cina vorrebbe proporre una Iniziativa di Sicurezza Globale”; “vorrebbe proporre”, che nel testo ufficiale in inglese è “would like to propose”: un’introduzione quasi in punta di forchetta, per un botto come il lancio di una Global Security Initiative. Tutto bene, dunque? Non vi sembra che serva qualche cautela? Chi gli lascia così tanto spazio? Certo personaggi come Medvedev ci spingono a fidarci della potenza asiatica: “Bastardi e imbranati, così definisce tutti quelli che sono contro la Russia l’ex presidente della Federazione russa, Dmitry Medvedev.

I controversi equilibri internazionali

L’attuale vice presidente del Consiglio di sicurezza russa scrive su Telegram solo parole di odio nei confronti degli occidentali: Vogliono la nostra morte, quella della Russia. E finché sono vivo, farò di tutto per farli sparire”. Diamo spazio tutti noi, con le nostre incertezze; gli Stati Uniti e l’Europa in primis, con la mancanza di un’azione vigorosa per la pace. La pace senza se e senza ma, perché così deve essere. Infine, c’è anche lo spettro della bomba.

I punti chiave della proposta cinese: impegno per una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile; impegno a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi, a sostenere la non ingerenza negli affari interni e a rispettare le scelte indipendenti dei percorsi di sviluppo e dei sistemi sociali nei diversi Paesi; impegno a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, a rifiutare la mentalità della Guerra Fredda, a opporsi all’unilateralismo e a dire no alla politica dei gruppi e al confronto tra blocchi; impegno a sostenere le legittime preoccupazioni di tutti i Paesi in materia di sicurezza; impegno a risolvere pacificamente le differenze e le controversie tra i Paesi attraverso il dialogo e la consultazione; impegno a mantenere la sicurezza nei campi tradizionali e non tradizionali e a collaborare alle controversie regionali e alle sfide globali come il terrorismo, il cambiamento climatico, la sicurezza informatica e la biosicurezza.

Un non piccolo dettaglio: “la non ingerenza negli affari interni e a rispettare le scelte indipendenti dei percorsi di sviluppo e dei sistemi sociali nei diversi Paesi”! Altrimenti? Crolla tutta la costruzione? È quello il prezzo da pagare per allontanare la guerra e dimenticare la bomba? Forse ce lo siamo meritati.

Alla ricerca di un nuovo negoziatore

Avremmo bisogno di un nuovo Kissinger, certo meno spregiudicato, ma con la stessa capacità costruttiva del vero negoziatore. Fu lui a convincere Nixon che non era possibile tenere la Cina al di fuori del concerto delle Nazioni.
L’operazione aveva anche il grande pregio, per gli americani, di ridurre il ruolo dell’Europa: quella delle potenze europee vincitrici della Seconda guerra mondiale, Francia e Gran Bretagna, entrambe dotate di armi nucleari proprie.

Henry Kissinger ha 99 anni. Anche lui con l’eterna aria del gattone che ha già adocchiato il topo. A Davos, in maggio, ha ammonito America e Occidente a non cercare di umiliare la Russia e ha sottolineato5 che “per la pace generale del mondo è importante che gli Stati Uniti e la Cina attenuino il loro rapporto di avversità”. Può valer la pena ascoltarlo.

Bomba atomica: la circolare ministeriale per salvarsi…

Se qualche lettore, ammesso che ce ne siano, pensa che io sia troppo preoccupato per la bomba, annuncio che lo sono molto meno dopo aver letto della circolare6 inviata dal Ministero della Giustizia ai magistrati del tribunale di Roma, sulle regole da rispettare in caso di eventi con “armi o agenti di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare”. Leggiamo che si devono sigillare gli infissi contro le radiazioni; chiudere le tende, perché fermano i raggi gamma… sono quasi rasserenato!

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