Soluzione ex Ilva: “Atto incosciente del governo”

di Rocco Palombella|

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Abbiamo appreso a mezzo stampa, il che non è così marginale, che il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha autorizzato i commissari straordinari del gruppo Ilva a sottoscrivere l’accordo di modifica del contratto quadro con le società del gruppo Acciaierie d’Italia. Lo schema di accordo, sul quale il comitato di sorveglianza ha espresso parere favorevole, prevede una proroga al 31 maggio 2024 dei termini, precedentemente fissati al 31 maggio 2022, per il verificarsi delle condizioni a cui è vincolato l’obbligo di acquisto dei complessi aziendali da parte di Acciaierie d’Italia.

Rimane da domandarsi, però, come sia possibile accettare che si passi da un accordo che prevedeva una richiesta di dissequestro un anno prima rispetto ai termini previsti dall’Aia, con previsione di vendita, a una proroga di due anni fatta in silenzio, che lascia tutta inalterata l’incertezza e fa slittare la maggioranza di Invitalia. Siamo di fronte a un atto incosciente da parte dello Stato che continua a perseverare con atti incomprensibili. È impossibile reggere altri due anni in queste condizioni, con migliaia di lavoratori in cassa integrazione e una produzione al minimo.

Nel silenzio totale, tra l’altro, sembra ci sia stata anche una nuova rivisitazione del piano industriale che prevederebbe l’intera produzione da forni elettrici. Come si potrà sostenere questo tipo di produzione? È arrivato il momento che ArcelorMittal e il Governo chiedano scusa ai cittadini e ai lavoratori. Taranto è soprattutto Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, ed è anche il più grande fallimento della politica italiana e la conferma che si è ormai arrivati a un punto di non ritorno.

C’è bisogno che la politica riprenda la sua capacità di discutere con il sindacato per trovare delle soluzioni che rispettino ambiente, salute e occupazione assicurando un futuro produttivo al Paese. Nel mondo esistono industrie siderurgiche integrate nel territorio. Dunque è possibile coniugare in positivo produzione e ambiente. Oggi abbiamo un’occasione formidabile: la transizione ecologica può aiutarci ad accelerare il percorso di risanamento dello stabilimento di Taranto nel passaggio da un sistema produttivo all’altro. Perché non si coglie questa grande opportunità?

Questo fantomatico piano industriale lo aspettiamo ormai da due anni. Franco Bernabè, presidente di Acciaierie Italia ci dica la verità. Noi sappiamo solo che si parla ancora di collocare in cassa integrazione 5mila lavoratori. Per quanto ci riguarda abbiamo assunto la responsabilità di non firmare la richiesta di cassa integrazione straordinaria, ma nonostante questo il ministero del Lavoro l’ha concessa. Abbiamo anche inviato una ennesima richiesta di incontro, ma sia il ministro Giorgetti, sia il ministro del Lavoro Andrea Orlando non hanno dato segnali di ricezione.

Dunque, siamo dinanzi a una situazione intollerabile che portiamo all’attenzione dell’opinione pubblica, insieme ai propositi di contrastare con tutte le nostre forze l’inazione del governo. E in primo luogo, intensificheremo la mobilitazione dando seguito allo sciopero del 6 maggio scorso. Basta prendere tempo: il Governo dica chiaramente una volta per tutte quali sono le sue intenzioni sul futuro dei 15mila lavoratori diretti, indiretti e dell’Amministrazione straordinaria. Il tempo è scaduto, serve serietà e responsabilità nelle scelte.




Posted on: 2022/06/01, by :