Stasera nuovo appuntamento al Festival della Legalità di Chivasso
di Vice|
|Stasera alle 21, 2 maggio, al Teatrino Civico in piazza Carlo Alberto dalla Chiesa, a Chivasso, ritorna in scena, dopo l’apertura di sabato scorso con uno spettacolo teatrale, il Festival della Legalità organizzato dalla Libera Università della Legalità di Chivasso1. La serata avrà al centro il giornalista de La Stampa Giuseppe Legato in dialogo con Michele Ruggiero su “Il cronista racconta… metamorfosi della ‘Ndrangheta”. Successivo appuntamento di rilievo quello di giovedì 5 maggio, sempre alle 21 con il giudice Gian Carlo Caselli. Lunedì 9 maggio, giornata in memoria delle vittime del terrorismo e 44esima ricorrenza dal ritrovamento del corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro ucciso dalle Brigate rosse, il Festival ha organizzato una serata particolare: sul palco, a parlare delle mafie saranno i cittadini, chiamati a raccontare le loro esperienze, i loro vissuti, insieme agli allievi e docenti delle scuole chivassesi che alcune settimane fa sono stati a Capaci, in Sicilia, per ricordare l’attentato a Giovanni Falcone. Il Festival, che ha come media partner il settimanale “La Nuova Periferia”, si concluderà giovedì 19 maggio. Media partner del lDi seguito, la cronaca della serata d’apertura.
È stato un monologo forte, intenso, carico di adrenalina con riflessi scioccanti sul pubblico, quello interpretato da Alessandri Argniani, accompagnato alla fisarmonica da Christian Ravagliolioli, il duo della Compagnia delle Albe Ravenna (nella foto in alto). Il monologo scritto da Giorgio Mancinelli ha affrontato uno dei guasti maggiori della nostra società: la ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo, nota con l’acronimo medico-scientifica di Gap (gioco d’azzardo patologico), un fenomeno crescente in Italia. L’allarme è stato ripetutamente lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità che l’estate scorsa ha allertato le regioni a vigilare su una patologia che coinvolge 5,2 milioni di persone “abitudinarie”, di cui oltre un milione e duecentomila presentano chiari effetti da dipendenza. Una patologia, dunque, che trasfigura i rapporti sociali con esiti soprattutto devastanti per le famiglie. Questo sul piano sociale.
In parallelo, altrettanto pericolose e ammorbanti per la società compaiono le implicazioni con la criminalità organizzata. Le mafie investono in questo lucroso segmento “produttivo” che offre opportunità di riciclaggio e, attraverso l’usura, di acquisizione “legale” di imprese e attività commerciali dei malcapitati rovinati dal gioco.
In proposito, le mafie hanno spiccato il volo, dopo un inizio all’insegna della ritrosia nel gioco d’azzardo, perlomeno nelle aree a tradizionale insediamento, secondo le inchieste investigative e giudiziarie degli ultimi anni. Secondo quanto è stato osservato, infatti, “oltre ai cambiamenti culturali che hanno investito le mafie, per le quali non è più ritenuto disonorevole impegnarsi nel gioco d’azzardo, il loro interesse si spiega probabilmente anche con le modifiche all’assetto regolativo e la rapida e significativa crescita economica del settore del gambling. In Italia, infatti, questo campo di attività ha recentemente vissuto trasformazioni radicali e tumultuose, ed è stato interessato da un processo di legalizzazione che lo ha portato a essere uno dei mercati legali dell’azzardo più dinamici al mondo”.2
Ma la ludopatia colpisce anche i giovani, nonostante l’opera di educazione civica nelle scuole e le leggi regionali che prevedono un severo distanziamento (tra i 300 e i 500 metri) tra le sale gioco e i luoghi sensibili. Lo ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza che lo scorso anno ha firmato un decreto per l’adozione di un regolamento nazionale per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone affette dal gioco d’azzardo patologico.
L’intervento dello Stato per la prevenzione e la cura del gioco si scontra però con l’altra faccia dello Stato-esattore che ricava introiti cospicui dalla tassazione. Nel 2020, l’anno del primo lockdown, l’Erario ha registrato una contrazione del 42,3 per cento delle entrate derivate dal gioco legale. Gioco legale per la legge, ma autentico disturbo per la mente, come estremizzato nel monologo al Teatrino Civico di Chivasso.
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1La Libera Università della Legalità di Chivasso è nata su iniziativa della Giunta Comunale nel 2014, come risposta allo sconcerto determinato in città dagli sviluppi dell’indagine “Minotauro” promossa dalla Procura della Repubblica di Torino. Scopo della Libera Università della Legalità è quello di promuovere e diffondere nelle scuole e fra la cittadinanza la cultura della legalità.
2in https://journals.openedition.org/qds/4363
Posted on: 2022/05/02, by : admin