Un libro per voi: ““I duecentocinquantamila stadi di Eratostene, al tempo del virus”
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In questo piccolo libro gli autori hanno rinnovato la vecchia passione che, dall’antichità ad oggi, ha permesso la scoperta del mondo: il viaggio intorno alla Terra. Il titolo, “I duecentocinquantamila stadi di Eratostene”1, lo esprime bene: molto prima che questo fosse possibile, il geografo greco ne aveva calcolato la distanza e ne aveva acceso il desiderio.
Per noi mediterranei, Ulisse è il simbolo della ricerca della conoscenza geografica e della spinta verso l’ignoto e per tutti gli europei è Cristoforo Colombo ad avere immaginato possibile partire verso ovest per andare a est (le Indie), cioè circumnavigare il pianeta, concepito come una sfera. Tanti saranno dopo di lui i viaggiatori, geografi, naturalisti, esploratori, scrittori, che hanno intrapreso il giro del mondo e ci hanno fatto sognare!
I nostri due autori, Mercedes Bresso e Claude Raffestin, sono partiti nel gennaio del 2020, su una nave da crociera, con l’intento al tempo stesso di ripercorrere i miti e di osservare i profondi cambiamenti che sta producendo la sempre più pesante impronta dell’uomo sulla Terra. E si sono ripromessi di discuterne fra di loro, dal doppio punto di vista del geografo e dell’economista ambientale. Dialoghi che sono stati mano a mano pubblicati on line su “la Porta di vetro”, cosicché i lettori potessero leggere le riflessioni, e soprattutto le emozioni, dei due protagonisti quasi in tempo reale. Qualcuno di voi ricorderà ad esempio “Un oceano fondatore” o “Un’epoca che voleva correggere il mondo”; o anche “L’impronta umana sul pianeta”, testo che esprimeva la preoccupata osservazione dal vero del peso che l’uomo impone alla Terra.
Giunti all’inizio di febbraio 2020, un titolo, “La potenza del microscopico”, riportò il diario di bordo alla cronaca, dura e spietata. I due autori, giunti sulla costa peruviana dell’America Latina, leggendo i giornali on line immersi nelle notizie sul Coronavirus che si diffondeva in Europa, ricordavano l’epidemia scatenata dai conquistatori spagnoli in America del Sud: era una semplice influenza, che decimò però le popolazioni autoctone prive di anticorpi per resistere al virus. E dicevano: “fu in qualche modo il trionfo del microscopico sul macroscopico”. Il virus, da allora, ha avuto un peso sempre crescente nel loro viaggio, rincorrendoli, senza mai salire a bordo, ma modificando totalmente il loro progetto. A cominciare dalla parte asiatica del percorso, annullata mentre erano all’isola di Pasqua, per finire in Australia, quando il capitano annunciò che tutti i porti erano stati chiusi e che la nave sarebbe rientrata in Europa facendo solo scali tecnici. La nave divenne così una sorta di “battello errante”.
Le loro cronache, da allora, ci hanno parlato dell’incanto di un viaggio sugli oceani e al tempo stesso della preoccupazione che ispirava loro l’aumento della temperatura del mare messa in evidenza ogni giorno dal comandante. Ma anche della visibilità dei problemi che agli oceani sta creando l’azione della nostra specie. Come loro stessi ci raccontano: “Avevamo scelto di fare il giro del mondo in nave, proprio per “misurare la Terra”, apprezzare i tempi necessari per andare da un luogo all’altro e da un continente all’altro… La sorte ci ha invece offerto una esperienza ancora più straniante: errare sulle acque come gli antichi navigatori, senza sapere dove e quando avremmo toccato terra. E ci ha fatto innamorare dell’immensità degli oceani.” Se salirete con loro a bordo del battello errante forse condividerete la loro passione.
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Giunti all’inizio di febbraio 2020, un titolo, “La potenza del microscopico”, riportò il diario di bordo alla cronaca, dura e spietata. I due autori, giunti sulla costa peruviana dell’America Latina, leggendo i giornali on line immersi nelle notizie sul Coronavirus che si diffondeva in Europa, ricordavano l’epidemia scatenata dai conquistatori spagnoli in America del Sud: era una semplice influenza, che decimò però le popolazioni autoctone prive di anticorpi per resistere al virus. E dicevano: “fu in qualche modo il trionfo del microscopico sul macroscopico”. Il virus, da allora, ha avuto un peso sempre crescente nel loro viaggio, rincorrendoli, senza mai salire a bordo, ma modificando totalmente il loro progetto. A cominciare dalla parte asiatica del percorso, annullata mentre erano all’isola di Pasqua, per finire in Australia, quando il capitano annunciò che tutti i porti erano stati chiusi e che la nave sarebbe rientrata in Europa facendo solo scali tecnici. La nave divenne così una sorta di “battello errante”.
Le loro cronache, da allora, ci hanno parlato dell’incanto di un viaggio sugli oceani e al tempo stesso della preoccupazione che ispirava loro l’aumento della temperatura del mare messa in evidenza ogni giorno dal comandante. Ma anche della visibilità dei problemi che agli oceani sta creando l’azione della nostra specie. Come loro stessi ci raccontano: “Avevamo scelto di fare il giro del mondo in nave, proprio per “misurare la Terra”, apprezzare i tempi necessari per andare da un luogo all’altro e da un continente all’altro… La sorte ci ha invece offerto una esperienza ancora più straniante: errare sulle acque come gli antichi navigatori, senza sapere dove e quando avremmo toccato terra. E ci ha fatto innamorare dell’immensità degli oceani.” Se salirete con loro a bordo del battello errante forse condividerete la loro passione.
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1Mercedes Bresso e Claude Raffestin, “I duecentocinquantamila stadi di Eratostene al tempo del virus”, Mimesis Edizioni
2Il battello errante (30.03.2020)
Il fascino degli antipodi (10.03.2020)
Il giornale del giorno che non abbiamo vissuto e il diario della crociera che non avremo fatto (28.02.2020)
Le isole dei miti (25.02.2020)
La potenza del microscopio (16.02.2020)
Un Oceano “fondatore” (19.01.2020)
La sfera di Pomodoro (15.01.2020)
Posted on: 2021/06/24, by : admin
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Il fascino degli antipodi (10.03.2020)
Il giornale del giorno che non abbiamo vissuto e il diario della crociera che non avremo fatto (28.02.2020)
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Posted on: 2021/06/24, by : admin