Un libro per voi: Lido Riba e il suo “lungo viaggio”

di Marco Travaglini |

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Lido Riba è uno dei protagonisti della vita politica e sociale piemontese dell’ultimo mezzo secolo. Nella sua autobiografia “Un lungo viaggio” accompagna i lettori dai tempi della prima giovinezza a Caraglio, provincia di Cuneo (dove è nato il 31 maggio del 1944) alla frequentazione del mondo rurale e di quel territorio montano al quale ha dedicato gran parte del suo impegno per valorizzarne le risorse e la cultura. Nelle trecento pagine del racconto si incontrano personaggi noti e altri sconosciuti, le lotte per valorizzare le filiere agroalimentari, vitivinicole e del legno, l’impegno politico e sociale di questo occitano fiero delle sue radici e della sua cultura.

La montagna per Lido Riba non è solo il paesaggio agreste degli alpeggi e dei boschi, dei borghi abbandonati dopo l’esodo dalle Terre Alte, del grumo di fatiche e lavoro per creare le condizioni minime di una economia magari frugale, ma dignitosamente orgogliosa che ha segnato la storia del “mondo dei vinti”. Da politico di sinistra e amministratore pubblico, per lunghissimo tempo tenace leader piemontese dell’Uncem (l’Unione dei comuni e delle comunità montane) la montagna è una risorsa viva, capace di offrire occasioni di sviluppo socio-economico e una nuova coscienza del territorio e dell’ambiente che conserva.

Tra ricordi personali e aneddoti, incontri e viaggi, resoconti di vicende che l’hanno visto protagonista, emerge l’idea di una politica generosa, alimentata da passioni vere, dove occorre “studiare e leggere le carte”, “vivere la realtà dei paesi e delle persone” per capire cosa è giusto fare e cosa non va fatto. Il “lungo viaggio” di Riba non ha nulla di celebrativo o di auto assolutorio e propone riflessioni e idee vagliate da una lunga esperienza. Segretario economo (oggi si direbbe dirigente amministrativo) di un importante istituto scolastico, funzionario direttivo del Provveditorato agli studi cuneese, sindacalista del mondo contadino, militante e dirigente del Partito comunista italiano in una “Granda” tradizionalmente feudo democristiano, uomo di sinistra nelle successive evoluzioni politiche, Riba non rinnega una virgola di questo suo percorso di vita. Il messaggio è quello antico che equivale a tenersi ben stretta la parte migliore di quelle storie senza indulgere in nostalgia. Fa capire che “la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”, mostrando d’aver introiettato la lezione di concreto realismo della cultura contadina di coloro i quali, come cantava Guccini, sono cresciuti “a castagne ed erba spagna”.

Storie di “vite in salita”, dove il concetto di montanità si cerca sempre di coniugarlo al futuro e non al passato. Una bussola orientativa che l’ha guidato nelle esperienze di consigliere comunale a Caraglio, Pradleves e Ostana, alla comunità montana della valle Grana, alla provincia di Cuneo e in Consiglio regionale dove, eletto per la prima volta nel 1990, è stato tra i protagonisti di tre legislature. Nel giugno del 1994 assessore all’Agricoltura, alla rielezione nel 1995 presidente della commissione Agricoltura, vicepresidente e poi presidente del gruppo DS, rieletto per la terza volta nel 2000 nella circoscrizione di Cuneo, ricoprì l’incarico di vicepresidente del Consiglio regionale con delega al Comitato Resistenza e Costituzione. Nei mesi scorsi Riba è diventato presidente onorario dell’Uncem e il quarto cittadino onorario di Ostana, dopo don Luigi Ciotti, Annibale Salsa e Antonia Arslan, la scrittrice di origini armene.

Un riconoscimento importante per chi ha speso decenni della propria vita a immaginare e proporre soluzioni per i territori montani piemontesi pensando ad una politica che non sia solo redistribuzione di risorse, alzando la spesa pubblica, ma un progetto concreto in grado di colmare sperequazioni territoriali, recuperare vecchi mestieri e inventarne di nuovi, investendo nell’economia verde e in un nuovo welfare di comunità.




Posted on: 2021/02/24, by :