È possibile affrontare i temi legati alla fine della vita in modo non ideologico? Di fronte a dibattiti che si esauriscono spesso in una sterile contrapposizione tra laici e cattolici e che non riescono a tenere la rotta della necessaria razionalità, il libro “Nella morte a occhi aperti”, per i tipi di Morcelliana, cerca di mantenere un approccio equilibrato.
Gli autori, la storica Lucetta Scaraffia, membro del Comitato nazionale di Bioetica, e Ferdinando Cancelli, medico palliativista e bioeticista, percorrono quasi dialogando alcuni tra i punti più caldi dell’attuale dibattito sul fine vita.
Lo fanno partendo da casi mediatici spesso stravolti e misconosciuti nella loro essenza: Charlie Gard e Alfie Evans, Piergiorgio Welby e Fabiano Antoniani. Ci si è talvolta scontrati sulle loro vicende senza comprendere il senso di molti concetti. Il volume, con taglio in alcune parti molto pratico, propone una riflessione sulla fine naturale della vita, sul senso della morte nella società contemporanea, sulle reali possibilità della medicina palliativa, sulla sedazione farmacologica e sulla differenza tra cure proporzionate e sproporzionate, ordinarie e straordinarie.
L’intento degli autori è quello di far riflettere il lettore senza distorcere ideologicamente argomenti complessi, di offrire un certo ordine per districarsi in quel labirinto di conflitti valoriali dal quale si stenta ad uscire senza elementi certi. In un periodo di discussioni parlamentari sulla “morte medicalmente assistita” sarebbe necessario, ci dicono la professoressa di storia e il medico, cercare di comprendere rettamente quanto espresso dalla legge 38 del 2010 prima e dalla legge 219 del 2017 poi.
Quest’ultima in particolare viene analizzata al termine del libro evidenziando l’abisso che separa gli intenti legislativi dalle applicazioni pratiche. Per tenere gli occhi aperti anche di fronte alla morte è necessaria pacatezza e profondità. Il volume cerca di offrire una bussola per ritrovare la strada di un dibattito sereno e informato.
Lucetta Scaraffia ha insegnato Storia contemporanea alla Sapienza di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Per una storia dell’eugenetica (Morcelliana, 2012), Storia della liberazione sessuale (Marsilio, 2019) e il romanzo La donna cardinale (Marsilio, 2020). Dal 2007 è membro del Comitato Nazionale di Bioetica.
Ferdinando Cancelli è specialista in medicina palliativa (Université Claude Bernard di Lione) ed esperto di bioetica (perfezionato all’Università Cattolica del Sacro Cuore per la quale è stato docente di bioetica generale e speciale). A Ginevra è stato Chef de Clinique negli Hôpitaux Universitaires. A Torino per la Fondazione Assistenza Ricerca Oncologica (FARO) segue pazienti in fase terminale.
Posted on: 2022/04/09,
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