Un libro per voi: “Un altro presente” di Yanis Varoufakis
di Andrea Surbone|
|Ognuno legge con i propri occhi, e i miei vedono un testo fortemente anticonformista.
Premetto che il libro, edito da La Nave di Teseo, sicuramente da leggere, mi è molto piaciuto per tre motivi. Il primo è che si tratta di un romanzo bellissimo e avvincente, fin dall’incipit. Il secondo, perché Yanis Varoufakis (economista, ex ministro delle Finanze del governo Tsipras nel 2015) arriva al nocciolo, sebbene vi giunga in forma di critica invece che di ricettario. Il terzo, perché è un perfetto inno alla ribellione. Ed essendo un romanzo, ritengo che, per rispettarne la forma, una recensione debba essere cronologica.
Partiamo dunque con la struttura romanzesca; essa consente all’Autore sia la compiuta espressione della sua notevole capacità di scrittura sia l’approfondimento delle proposte. E Varoufakis sa disseminare molliche con grande sapienza; come quel “bastardo” alla fine del quinto capitolo: cronologicamente dissonante e fuori contesto. O un certo retaggio dell’attuale economia, lasciato lì apparentemente per caso. Molliche come indizi che fanno di questo romanzo se non proprio un giallo con certezza almeno una narrazione intrisa di suspense. O come lo splendido e liberatorio Discorso di Soho, di un lirismo scevro di perbenismo, d’ipocrisia, di deturpante consuetudine.
E ovunque riferimenti colti e raffinati che abbelliscono la prosa e rendono il fluire del testo piacevole e interessante anche per coloro che non vanno cercando un saggio economico; coloro i quali, infatti, non s’interessano all’economia troveranno in queste pagine chiarissime spiegazioni alla portata di chiunque, rendendo accessibili sia l’odierna impostazione sia quella attuata nell’Altro Presente.
Proseguiamo ora con la proposta, tutta economica; e in questa connotazione risiede il difetto maggiore: è composta da un economista e dunque incentrata unicamente su questioni economiche. Il sistema viene aggredito affrontandolo nelle sue molteplici sfaccettature grazie a gruppi variopinti, tenaci e fantasiosi, espertissimi e astuti; come in un capolavoro di Walter Hill, si susseguono i Crowdshorters, i Solsources, i Bladerunners, gli Environs, i Flying Pickets, i Wikiblowers, gli Infiltrators: ognuno abbatte un pezzetto di capitalismo, fino alla sua sostituzione con la società dell’Another Now.
Eppure, sebbene il capitalismo sia stato sostituito, molti aspetti costitutivi del nostro cattivo presente restano. L’ambiente e l’urgenza di un intervento sono presenti, ma solo sullo sfondo; lo sviluppo della tecnologia che elimina solo i lavori umili, mentre continuano a esistere tutti quelli impiegatizi, comprese ad esempio le mansioni di segreteria e di contabilità ordinaria, come specifica Kosti all’inizio; a confrontarsi nel serrato e appassionante dibattito sono comunque personaggi appartenenti all’élite occidentale, mentre gli umili e il sud non appaiono nel racconto. Così come rimane in piedi, e assurge a pilastro fondante, un sistema meritocratico, che dal mio punto di vista mantiene inalterata una suddivisione in caste (sebbene non esplicitamente sulla base del censo).
Si è, quindi, portati a credere che Varoufakis voglia presentarci una nuova economia in grado di salvare il mondo; ma non è così, sono troppi i temi irrisolti perché un economista di sinistra come Varoufakis lo intenda come un saggio economico. No, quello di Varoufakis è un libro politico con il quale lancia un grido forte a favore dell’anticonformismo; seguendo infine questo sentiero rileggiamo una parte propositiva volutamente monca che si getta in un’analisi perfetta: senza una lucida, profonda e coinvolgente ribellione non si può cambiare il mondo.
Varoufakis, allora, si rivela un novello pifferaio magico che ci conduce esattamente colà ove lui vuole: ad aprirci gli occhi, a capire che anche soluzioni apparentemente felici nascondono criticità esiziali, a spingerci a continuare a cercare. Tuttavia, a differenza dell’altro, nel buio del baratro dell’impossibilità di cambiare veramente l’attuale società il pifferaio Yanis farà un incontro che si preannuncia positivo: sapremo anche noi vedere quella mano, stringerla e costruire un fuori dai nostri baratri? È il compito che il docente Varoufakis affida a sé stesso come a ciascuno di noi.
Posted on: 2021/11/29, by : admin
Partiamo dunque con la struttura romanzesca; essa consente all’Autore sia la compiuta espressione della sua notevole capacità di scrittura sia l’approfondimento delle proposte. E Varoufakis sa disseminare molliche con grande sapienza; come quel “bastardo” alla fine del quinto capitolo: cronologicamente dissonante e fuori contesto. O un certo retaggio dell’attuale economia, lasciato lì apparentemente per caso. Molliche come indizi che fanno di questo romanzo se non proprio un giallo con certezza almeno una narrazione intrisa di suspense. O come lo splendido e liberatorio Discorso di Soho, di un lirismo scevro di perbenismo, d’ipocrisia, di deturpante consuetudine.
E ovunque riferimenti colti e raffinati che abbelliscono la prosa e rendono il fluire del testo piacevole e interessante anche per coloro che non vanno cercando un saggio economico; coloro i quali, infatti, non s’interessano all’economia troveranno in queste pagine chiarissime spiegazioni alla portata di chiunque, rendendo accessibili sia l’odierna impostazione sia quella attuata nell’Altro Presente.
Proseguiamo ora con la proposta, tutta economica; e in questa connotazione risiede il difetto maggiore: è composta da un economista e dunque incentrata unicamente su questioni economiche. Il sistema viene aggredito affrontandolo nelle sue molteplici sfaccettature grazie a gruppi variopinti, tenaci e fantasiosi, espertissimi e astuti; come in un capolavoro di Walter Hill, si susseguono i Crowdshorters, i Solsources, i Bladerunners, gli Environs, i Flying Pickets, i Wikiblowers, gli Infiltrators: ognuno abbatte un pezzetto di capitalismo, fino alla sua sostituzione con la società dell’Another Now.
Eppure, sebbene il capitalismo sia stato sostituito, molti aspetti costitutivi del nostro cattivo presente restano. L’ambiente e l’urgenza di un intervento sono presenti, ma solo sullo sfondo; lo sviluppo della tecnologia che elimina solo i lavori umili, mentre continuano a esistere tutti quelli impiegatizi, comprese ad esempio le mansioni di segreteria e di contabilità ordinaria, come specifica Kosti all’inizio; a confrontarsi nel serrato e appassionante dibattito sono comunque personaggi appartenenti all’élite occidentale, mentre gli umili e il sud non appaiono nel racconto. Così come rimane in piedi, e assurge a pilastro fondante, un sistema meritocratico, che dal mio punto di vista mantiene inalterata una suddivisione in caste (sebbene non esplicitamente sulla base del censo).
Si è, quindi, portati a credere che Varoufakis voglia presentarci una nuova economia in grado di salvare il mondo; ma non è così, sono troppi i temi irrisolti perché un economista di sinistra come Varoufakis lo intenda come un saggio economico. No, quello di Varoufakis è un libro politico con il quale lancia un grido forte a favore dell’anticonformismo; seguendo infine questo sentiero rileggiamo una parte propositiva volutamente monca che si getta in un’analisi perfetta: senza una lucida, profonda e coinvolgente ribellione non si può cambiare il mondo.
Varoufakis, allora, si rivela un novello pifferaio magico che ci conduce esattamente colà ove lui vuole: ad aprirci gli occhi, a capire che anche soluzioni apparentemente felici nascondono criticità esiziali, a spingerci a continuare a cercare. Tuttavia, a differenza dell’altro, nel buio del baratro dell’impossibilità di cambiare veramente l’attuale società il pifferaio Yanis farà un incontro che si preannuncia positivo: sapremo anche noi vedere quella mano, stringerla e costruire un fuori dai nostri baratri? È il compito che il docente Varoufakis affida a sé stesso come a ciascuno di noi.
Posted on: 2021/11/29, by : admin